Ridare nuova vita a edifici pubblici (o nella disponibilità pubblica) che spesso fanno parte della storia e dell’identità di luoghi e comuni, ma che talvolta
non sono più utilizzati. Per farne il cuore di un più ampio
progetto di rigenerazione a beneficio dell’intera comunità.
Ex scuole,
vecchie sedi comunali,
depositi o magazzini dismessi che potranno
trasformarsi in luoghi destinati a nuove funzioni a disposizione dei cittadini. Spazi per i giovani o per la terza età, ludoteche, nidi, biblioteche, luoghi dedicati allo smart working o altri servizi che rendano più attrattivo e fruibile il territorio anche per i turisti.
Per rendere più belli e vivibili gli spazi urbani
senza ulteriore consumo di suolo. Interventi che saranno valutati anche per capacità di rispondere ad ambiziosi obiettivi in ambito energetico-ambientale.
Questi gli obiettivi del
nuovo bando per la rigenerazione urbana, voluto dalla
Regione Emilia Romagna, che può contare su un plafond di risorse pari
a 27 milioni di euro.
Il bando si rivolge ai Comuni con
meno di 60mila abitanti e individua
due linee di intervento differenziate: contributi destinati al
recupero di un immobile e del suo contesto nell’ambito di
progetti di rigenerazione urbana di più ampio respiro, che prevedano l’inserimento di nuove funzioni; contributi destinati a
interventi edilizi più leggeri, volti ad un
uso temporaneo laddove non sussistono immediatamente le condizioni per definire un progetto definitivo di riutilizzo dell’immobile, e propedeutici a successivi, più ampi lavori.
Al primo tipo di intervento sono destinati
25 milioni dei complessivi 27, con contributi regionali che possono arrivare ad un
massimo di 700mila euro; al secondo i restanti
2 milioni, con contributi
fino a 100mila euro. In entrambi i casi rimane invariata la quota del
cofinanziamento locale: non inferiore al 20% del costo dell’intervento per i comuni con meno di 5mila abitanti e al 30% per gli altri.
Il bando stabilisce
diverse premialità nei criteri di valutazione. Dunque, punteggi aggiuntivi per i
Comuni montani e delle aree interne, per i
piccoli Comuni (con meno di 5mila abitanti) e per quelli che non hanno ancora ricevuto risorse regionali per interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana. Un finanziamento aggiuntivo del 10% fino ad un massimo di 60mila euro è previsto inoltre per gli interventi che prevedono
protocolli di certificazione energetico-ambientale, uno del 5% (fino a massimo di 30mila euro) per quelli frutto di un
concorso di progettazione o di percorsi partecipativi.
Particolare importanza – sempre nella fase di valutazione – verrà data alla qualità ambientale del progetto, con la possibilità di attribuire fino ad un massimo di 30 punti sui 100 totali. Quindi azioni volte all’adattamento ai cambiamenti climatici e all’ecosostenibilità con particolare riferimento ai materiali, alla produzione ed efficientamento energetico, ai sistemi di raccolta e riutilizzo delle acque; all’incremento della permeabilità dei suoli, alla rimozione di inquinanti e sostanze pericolose o all’utilizzo di fonti da energia rinnovabile.
I progetti potranno essere presentati da fine ottobre ed entro il 30 novembre 2021.
Indicativamente, entro la fine di gennaio sarà pubblicata la
graduatoria. Il
termine di conclusione dei lavori è fissato a dicembre 2025 per gli interventi di rigenerazione urbana, mentre è anticipato a dicembre 2023 per quelli di riuso temporaneo.
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