Codiretti: "Più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività".
Redazione ImpresaGreen
L’aumento record del gas ha un effetto valanga sulla spesa alimentare con l’esplosione dei costi per l’acquisto dei fertilizzanti a base di azoto necessari per far crescere le coltivazioni. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’impatto del caro energia sulle tavole degli italiani nel sottolineare che i fertilizzanti azotati rappresentano circa il 70% del totale e sono prodotti dall’azoto ottenuto dall’aria e dall’idrogeno ottenuto dal gas, il cui costo è diventato proibitivo. In Italia nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei fertilizzanti al +129% per il gasolio ma rincari aumenti l’intera filiera.
Un mix micidiale che costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli, secondo l’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sui consumi degli italiani e dell’andamento dell’inflazione nei primi sette mesi dell’anno
A pesare sull’aumento del costo dei fertilizzanti sono anche le misure adottate con l’inizio della guerra in Ucraina con sanzioni, accaparramenti e riduzioni degli scambi che hanno favorito le speculazioni in una situazione in cui l’Italia ha importato lo scorso anno dall’Ucraina ben 136 milioni di chili di fertilizzanti mentre altri 171 milioni di chili arrivavano dalla Russia e 71 dalla Bielorussia secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat dalla quale si evidenzia che si tratta complessivamente di una quota superiore al 15% del totale delle importazioni.
Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e ben oltre 1/3 del totale nazionale delle imprese agricole (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. Il caro energia – continua la Coldiretti – mette a rischio l’intera produzione alimentare con effetti sui principali fornitori con il vetro che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.
Il risultato prevedibile è un forte rincaro dei prezzi al consumo in autunno con il rischio anche di tagli alla produzione e un ulteriore aumento della dipendenza dall’estero dopo che le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), aprendo la strada al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno.
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