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Climate change: per gli italiani si può invertire, ma la preoccupazione cresce

Secondo una indagine BEI, gli italiani sono tra i più preoccupati in Europa riguardo i cambiamenti climatici, anche se credono si possano ancora invertire

Redazione ImpresaGreen

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha condotto una indagine su come i cittadini europei percepiscono il fenomeno dei cambiamenti climatici. Gli italiani ne escono come molto preoccupati ma allo stesso tempo anche piuttosto ottimisti sulle prospettive future.

I Paesi del Mediterraneo in generale sono particolarmente consci del climate change e ne rilevano un particolare impatto. Almeno a livello di percezione, con percentuali che vanno dal 94% per gli italiani all’87% per gli spagnoli. Meno evidenza di impatti per le nazioni del Nord Europa: ad esempio, per i danesi la quota si attesta al 63% e al 66% per gli svedesi. Questo non vuol dire che al Nord non si consideri il cambiamento climatico un problema. È anzi in cima alle sfide più importanti da affrontare nei prossimi anni.

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Gli italiani sono massicciamente (94%) convinti del fatto che i cambiamenti climatici abbiano colpito tutto il pianeta negli ultimi decenni. In questo senso i fenomeni più citati sono lo scioglimento dei ghiacciai (47%), l’inquinamento atmosferico (40%, ovvero 8 punti in più rispetto alla media europea) e l’aumento delle temperature (39%). Gli italiani credono inoltre a grande maggioranza (80%) che gli impatti del cambiamento climatico si faranno sentire per secoli, anche dopo un’eventuale cessazione delle emissioni di gas a effetto serra.

Un tema a cui gli italiani sembrano più sensibili di altre popolazioni europee è quello delle migrazioni dovute al climate change. Il 77% degli italiani prevede che in futuro vi saranno profughi del clima, in fuga dal Paese in cui risiedono a causa delle condizioni climatiche estreme. Allo stesso tempo, i giovani italiani ritengono di essere probabilmente costretti a emigrare in futuro in conseguenza dei cambiamenti climatici: il 38% di coloro che appartengono alla fascia di età 15-29 anni prevede, in futuro, di trasferirsi in un altro Paese.

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L'ottimismo nazionale si vede nella speranza di un possibile cambiamento e nell'importanza assegnata al ruolo di ciascuno di noi. L’86% del pubblico italiano pensa che l’uomo abbia contribuito a causare i cambiamenti climatici, ma il 69% crede che sia ancora possibile invertire la tendenza. Questa percentuale è di 10 punti superiori alla media europea (59%). La gran parte (73%) degli italiani ritiene poi di essere in prima persona coinvolto nella soluzione di questa crisi. Anche in questo caso si tratta di una percentuale molto più elevata della media continentale.

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Pubblicato il: 26/11/2019