Aprire un
agrinido o un
agriasilo; avviare
progetti-pilota per contrastare le
nuove povertà(disoccupati, esodati, ecc.); accogliere
nuclei famigliari in difficoltà con bimbi piccoli o ad anziani non del tutto autosufficienti; dare ospitalità a
tirocini formativi per favorire l’integrazione sociale di persone svantaggiate.
L’agricoltura cambia volto e si apre al sociale grazie a un bando varato dalla Giunta regionale che mette a disposizione
1,4 milioni di euro per finanziare i progetti di imprese agricole per la costruzione, ristrutturazione o ampliamento di immobili o locali da destinare ad attività socio-assistenziali ed educative, in convenzione con i Comuni o altri enti pubblici (Asp, Ausl, ecc.) che si occupano di servizi alla collettività.
Si tratta del secondo bando di questo tipo nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 - il primo risale al 2016 - e le
domande possono essere presentate fino al 30 settembre prossimo secondo le procedure, modalità e la modulistica indicate da Agrea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura della Regione Emilia-Romagna (
http://agrea.regione.emilia-romagna.it).
“Con questa misura- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura,
Simona Caselli- diamo continuità a un tipo di intervento che è una novità assoluta dell’attuale ciclo di programmazione, con l’obiettivo di favorire la diversificazione e l’integrazione di reddito delle imprese agricole. Con il precedente bando abbiamo finanziato progetti innovativi che si muovono nell’ottica di rinsaldare il rapporto dell’agricoltura con il territorio e le istituzioni, promuovendone in maniera ancora più efficace e con maggiore visibilità la sua funzione al servizio della collettività. Un ruolo questo che integra e nobilita aspetti fondamentali dell’agricoltura, come la fornitura di prodotti di qualità o la cura e la salvaguardia dell’ambiente”.
Beneficiari e misura del sostegno Possono partecipare al bando le
imprese iscritte all’Anagrafe regionale delle aziende agricole e all’apposita sezione del registro delle Camere di commercio che hanno stipulato una
convenzione pluriennale con un ente pubblico per gestire un servizio di carattere socio-assistenziale rivolto alla popolazione. La convenzione deve avere una durata minima di
sette anni o, se inferiore, prevedere il tacito rinnovo.
Il sostegno finanziario della Regione sarà erogato sotto forma di
contributo in conto capitale e coprire il
60% delle spese di investimento, entro il “tetto” di
200 mila euro in un triennio di aiuti in regime “de minimis” fissato dalle regole europee. Le
spese ammissibili riguardano interventi di costruzione, ristrutturazione e/o ampliamento di locali da destinare alle attività sociali ed assistenziali, nonché l’acquisto delle necessarie attrezzature. Ammesse, parzialmente, anche le
spese di elaborazione del progetto socio-assistenziale, nel limite del 5% dell’investimento, e quelle
generali e tecniche, fino ad un massimo del 10% del costo totale.
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