In un clima ancora molto dominato dai temi economici, gli studi sulle percezioni dei cittadini evidenziano da un lato una crescente inquietudine per i temi ambientali, trainati dal riscaldamento globale, dall’inquinamento dell’aria e dall’emergenza rifiuti, dall’altro la voglia di fare qualcosa in prima persona. Infatti se fino a pochi anni fa l’attenzione all’ambiente riguardava una nicchia di persone, per quanto determinate, ora
cresce la consapevolezza che si è parte del problema e che i propri comportamenti possono essere decisivi per risolvere i problemi ambientali.
I
temi della sostenibilità stanno prendendo sempre più piede, sono molto noti ad un cittadino su cinque, ma la sensibilità è sempre più diffusa: tra il 2014 e il 2018 infatti, i “molto consapevoli” aumentano costantemente del 2% all’anno.
Cresce quindi la coscienza
green dei cittadini italiani mentre
per le aziende questo fattore diventa la chiave per ridurre i costi, aumentare profitti e occupazione. È questa la sintesi della fotografia scattata dall’ultima indagine sull’economia circolare elaborata dagli analisti dell’istituto
Ipsos per Conou.
La ricerca Ipsos ha posto l’accento anche sul fattore economico riscontrando addirittura il benestare ad una vera e propria battaglia da parte delle amministrazioni e governi nei confronti dei prodotti non sostenibili:
il 30% si è dichiarato favorevole a tassare negozi e prodotti non eco-friendly (33%).
Ciò nonostante dalle risposte delle persone coinvolte dalla ricerca Ipsos si evince un certo senso di impotenza a risolvere il problema autonomamente mentre vengono tirate in ballo maggiormente le aziende. Per gli italiani ad avere l’obbligo di trovare una soluzione per ridurre
la quantità di materiali non sostenibili sono le imprese che producono e vendono prodotti di largo consumo.“Aumenta il numero di cittadini attenti alla sostenibilità, che chiedono ad imprese ed istituzioni di aiutarli in tal senso –
ha dichiarato Andrea Alemanno, Responsabile ricerche sostenibilità IPSOS -. L’economia circolare, è una risposta adeguata a questa domanda del cittadino-consumatore: oltre a far bene all’ambiente, aiuta il conto economico e la reputazione delle aziende, sottolineando la serietà dell’impegno intrapreso.”.
Ed è proprio per questo che negli ultimi anni
più del 52% delle imprese ha investito in modelli produttivi sostenibili registrando aumenti in fatturato (+58%), export (+49%) ed occupazione (41%) rispetto alle organizzazioni che invece non hanno adottato la linea green (GreenItaly 2017, fonte Unioncamere). Rilevazioni confermate anche dai ricercatori Ipsos che hanno sottolineato un alto tasso di fiducia da parte delle aziende nei confronti dell’economia circolare. A far cambiare le visioni aziendali, sempre più attente al fattore
green, sono proprio i dati relativi al miglioramento dell’immagine dell’impresa verso il cliente oltre che quelli connessi a riduzione dei costi e miglior profitto. Gli effetti benefici dell’economia circolare sulla reputazione aziendale sono palesi
: il 78% delle aziende europee che ha adottato pratiche o iniziative di circular economy ha visto crescere la propria reputazione.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaGreen.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Greenwashing invisibile: solo il 14% dei...
Detergenti ecologici: Il 92,5% degli italiani...
Fortinet presenta il 2024 Sustainability Report
Birra e sostenibilità: la Gen Z guida la...
Pasqua, Sima: tra sprechi e trasporti è allarme...
Apple supera il 60% di riduzione delle...