Renovo, azienda italiana che opera nel settore delle rinnovabili come aggregatore di competenze e risorse al servizio di un modello di sviluppo economico etico e sostenibile, sottolinea con soddisfazione questo dato, ma è convinta che si possa e si debba fare di più. A fronte della domanda di energia che risulta stazionaria, la generazione da energia rinnovabile è in ascesa, rappresentando il 43,3% (circa 56,8 TWh) della produzione di energia elettrica e il 37,1% dei consumi elettrici.
Nello specifico, è significativo l’incremento della generazione da geo-termoelettrico (+5,6%), comprendente la generazione da
biomasse. Si tratta di passi importanti verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’agenda
Europa 2020: ad oggi l’Italia si trova nella condizione di aver già raggiunto l’obiettivo riguardante la produzione e il consumo di energia rinnovabile.
Secondo
Eurostat, nella classifica dei paesi europei più virtuosi in questo settore, il nostro Paese si posiziona a metà (14° su 27), comunque
al di sopra della media europea e davanti alla Germania, la Francia ed il Regno Unito. Un dato di non poco conto se si pensa alla situazione del 2005 che vedeva l’Italia nelle retrovie della classifica europea (21° su 27) e dietro tutte le sorelle maggiori d’Europa.
“Le società energetiche italiane, tra cui Renovo, sono il vero motore della rivoluzione ambientale in Italia. Il fatto che, nonostante non vi sia mai stato un ammodernamento ed una razionalizzazione normativa del sistema energetico italiano, sempre più italiani si affaccino alle fonti rinnovabili denota un cambiamento culturale nel nostro Paese. Pare che cittadini ed aziende abbiano capito molto prima e molto meglio delle Istituzioni l’importanza e la necessità di uno sviluppo energetico sostenibile.” Ad affermarlo è
Stefano Arvati, Presidente di Renovo, che prosegue:
“Il “Green Act” annunciato diversi mesi fa dal Governo Renzi è un’enorme opportunità per la competitività del Paese sotto il punto di vista ambientale, economico, occupazionale. Ma abbiamo il timore che questo corso - che siamo pronti a sostenere - possa essere messo in pericolo se le Istituzioni e la macchina della pubblica amministrazione non si adopereranno tempestivamente ad affrontare queste grandi sfide.”
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