Le tensioni che animano la filiera della plastica rischiano di compromettere l’andamento di un’industria come quella dei Cavi e Conduttori Elettrici, già colpita dalla crisi: è l’allarme di
ANIE/AICE, l’Associazione che all’interno di Federazione ANIE rappresenta le aziende produttrici di cavi per energia e accessori, cavi per comunicazione e conduttori per avvolgimenti elettrici. La carenza delle materie plastiche in atto sta infatti portando a un insostenibile
incremento dei costi di approvvigionamento, che non si può che ripercuotere negativamente anche sui
prezzi di vendita del cavo come prodotto finito.
Dal gennaio 2015, infatti, il ricorso allo
stato di forza maggiore, molto diffuso
in Europa, ha causato un massiccio fermo impianti che ha coinvolto i produttori di
polipropilene e polietilene ad alta e a bassa densità e ha portato a un aumento straordinario dei costi di questi materiali. L’aggravante è che non se ne comprendono le ragioni, vista la mancanza di informazioni specifiche atte a spiegare le cause dello stato di forza maggiore invocato nelle comunicazioni ufficiali.
L’aumento dei prezzi delle materie prime non accenna ad arrestarsi. Secondo i dati
Unionplast (
associazione di Federazione Gomma Plastica di Confindustria), tra gennaio e maggio del 2015 l’incremento del costo delle materie di base di polietilene (LDPE base e LLDPE butene) è stato di oltre il 35%.
L’aumento dei prezzi del PVC (
fonte Camera di Commercio di Milano) invece, sempre nel periodo tra gennaio e maggio del 2015, è stato dell’11%.L’allarme è stato lanciato anche da
Europacable, l’associazione europea di riferimento del comparto, che ha definito la situazione deleteria per l’industria dei cavi, perché colpisce il materiale chiave della manifattura.
Questi rivolgimenti non potranno che influire negativamente sull’andamento dell’industria italiana di cavi e conduttori che ha chiuso il 2014 con un
fatturato aggregato di 2,2 miliardi di euro, in
calo del 4,5% rispetto a quanto registrato nel 2013. Il fatturato si divide quasi equamente tra fatturato
estero (1,17 miliardi di euro, 1-3% rispetto all’anno precedente) e mercato
interno (1,11 miliardi di euro di fatturato, con un pesante -7,7% rispetto al 2013).
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