La
rete elettrica italiana ha superato il test per le “smart grids” rappresentato dall’eclissi di sole del 20 marzo. La strategia messa a punto nei mesi scorsi dalla task force congiunta dei vari gestori di rete europei, tra cui
Terna per l’Italia, prevedeva la massimizzazione di tutte le risorse di riserva, il controllo dello scambio con l’estero e la gestione in tempo reale dei pompaggi: ciò ha consentito di gestire il fenomeno senza contraccolpi per gli utenti del sistema elettrico.
Nella fase iniziale dell’eclissi, a livello europeo la produzione fotovoltaica era di 27.000 megawatt, poi scesa a 12.000 megawatt nel momento di massimo oscuramento, per poi risalire a 37.000 megawatt quando il sole è tornato a irraggiare il continente. In Italia, il fenomeno astronomico ha comportato nella prima fase dell’eclissi
la perdita di 3.000 megawatt di produzione fotovoltaica, cui ha fatto seguito nella seconda fase una risalita di oltre 5.000 MW.
Per l'occasione è stata attuata per la prima volta la procedura RIGEDIGDPRO, dalle 07.00 alle 14.00, e che ha interessato circa
il 25% della potenza fotovoltaica installata in Italia. Prevista dal Codice di Rete, la procedura è un provvedimento che, caso unico in Europa, ha consentito a quasi 10.000 impianti fotovoltaici italiani di contribuire, simultaneamente, alla gestione della
sicurezza del sistema elettrico, coerentemente con l’evoluzione in atto verso un modello di smart grids che fa dell’Italia un paese all’avanguardia, anche grazie ad un quadro normativo-regolatorio che spinge in questa direzione.
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