Le aziende italiane hanno migliorato il loro livello di verifica sulle emissioni di CO2, è quanto emerge dal rapporto
CDP Italy 100 Climate Change Report 2012, pubblicato oggi dal
Carbon Disclosure Project (CDP) e
Accenture, che rivela come quasi la metà delle più grandi aziende italiane siano idonee a rivelare le emissioni di carbonio e le loro performance.
Il
Carbon Disclosure Project (CDP) è un’organizzazione internazionale no-profit, che mette a disposizione di aziende e città l’unico sistema mondiale per la misurazione, pubblicazione, gestione e condivisione
delle più importanti informazioni ambientali.
CDP opera per conto di 655 investitori istituzionali che gestiscono asset per 78.000 miliardi di dollari e raccoglie informazioni dalle aziende relativamente alle loro emissioni di gas a effetto serra, alle azioni messe in atto dalle stesse per gestire rischi e opportunità legati ai cambiamenti climatici e alla gestione delle risorse idriche. C
DP ad oggi gestisce la più grande banca dati mondiale
sui cambiamenti climatici e sull’acqua, e la mette a disposizione a supporto di scelte politiche, strategiche e di investimento.
46 delle
100 aziende più importanti in Italia per capitalizzazione di mercato hanno risposto al questionario che ha generato l’annuale report CDP. Quest’anno si è registrato un significativo
aumento nel numero dei rispondenti del panel italiano:
46 contro i
35 dello scorso anno e i 21 del 2010.
CDP raccoglie le informazioni per conto di 655 investitori istituzionali con più di 78,000 miliardi di dollari in asset, che utilizzano i dati come parte delle loro analisi di strategie e investimenti.
Il
cambiamento climatico sta assumendo un’importanza crescente nell’agenda delle società quotate, aumenta infatti il numero di aziende che affidano la gestione del tema a livello di Board o di senior management (95% rispetto al 61% del 2011).
Il report indica inoltre che più della metà delle imprese (58%) ha fissato obiettivi di riduzione, dei rispondenti 7 su 8 appartengono al settore delle Utilities e 4 su 6 al settore degli Industrials.
Nonostante questo,
solo cinque aziende hanno stabilito obiettivi a lungo termine da raggiungere entro il 2020. Il 90% degli obiettivi saranno raggiunti entro il 2015 ma il 40% di questi sarà già raggiunto entro la fine del 2012.
L’analisi di CDP e
Accenture condotta su un campione di 33 delle 46 aziende che hanno risposto al questionario, ha dimostrato che il risparmio annuo che potrebbe essere raggiunto dai loro obiettivi di riduzione delle emissioni potrebbe raggiungere
630 milioni di euro. Rispetto al numero totale di investimenti legati alla riduzione delle emissioni, più della metà ha un payback period di meno di tre anni.
"
Le iniziative di riduzione delle emissioni in Italia possono avere un soddisfacente ritorno sugli investimenti" spiega
Diana Guzman,
Southern Europe Director CDP, "
Tuttavia, nonostante il notevole vantaggio economico che porterebbe la riduzione delle emissioni, notiamo che le aziende non stanno ancora definendo un approccio a lungo termine per la gestione della CO2, che è vitale per la costruzione di una futura prosperità economica".
“
Le aziende italiane hanno significativamente migliorato la trasparenza sulle performance delle loro emissioni e il crescente impegno per la divulgazione contribuirà a ridurre i rischi finanziari e a migliorarne lo standing con investitori e assicuratori", ha dichiarato
Danilo Troncarelli,
Sustainability Lead di Accenture. “
Più importante è una migliore qualità nella misurazione delle emissioni che porterà a maggiori forme di gestione delle stesse”.
I Top Performer in Italia
Quest’anno le aziende sono state valutate da
IMQ, ente Italiano del Marchio di Qualità, leader in Europa nell’attività di valutazione della conformità e di laboratorio di prova. IMQ valuta le aziende in base alla loro trasparenza, i migliori disclosers vengono inclusi nel
Carbon Disclosure Leadership Index (CDLI) di CDP.
Le aziende sono state valutate anche in base alla quantità e la qualità delle loro riduzioni di emissioni e delle strategie, e classificate in base ai diversi livelli di performance.
I migliori risultati di performance sono inclusi nel CDP Carbon Performance Leadership Index (CPLI). Gli indici sono utilizzati dagli investitori per valutare la preparazione aziendale
alle norme che regolano le emissioni e per guidare le decisioni di investimento.
Nel 2012 in cima al Carbon Disclosure Leadership Index (CDLI) troviamo
FIAT con 95 punti, che si conferma quindi leader per il terzo anno consecutivo.
Qualità della disclosure Le prime dieci aziende che compongono il Carbon Disclosure Leadership Index (CDLI) di quest'anno hanno migliorato i propri risultati di 7 punti.
Lo scorso anno i settori ricoperti dai primi dieci in classifica erano cinque. Quest’anno sono invece rappresentati sette settori (
Consumer Goods, Energy, Finance, Materials , Industry, Information Technology e Utility).
Il numero di società con scoring maggiore di 70 (gli ‘High Scorer’ secondo la metodologia CDP) è cresciuto
da 13 del 2011 a 20 del 2012. Il report è disponibile a questo
link.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaGreen.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Da BNP Paribas un fondo per rispondere alla...
Alluminio: a METEF 2025 le innovazioni per la...
Edileco arriva a Milano con il primo ufficio...
C.O.I.M. presenta il nuovo Bilancio di...
Epson collabora con Maersk per ridurre le...
RENTRI: al via stampa nuovo modello di registro...