Dal primo luglio, per accedere agli incentivi, le aziende che producono o importano
pannelli fotovoltaici dovranno garantire anche la corretta gestione dei moduli a "fine vita".
Questo è quanto stabilisce il
D.M. 5 maggio 2011 (IV Conto Energia) all'art. 11, comma 6: per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio dopo il 30 giugno il soggetto responsabile dell'impianto dovrà trasmettere al
Gestore dei Servizi Energetici (GSE) il certificato che attesti l'adesione del produttore o importatore ad un sistema o consorzio che garantisca il riciclo dei moduli fotovoltaici al termine della loro vita utile. E' la prima volta che la regolamentazione nazionale di accesso alle tariffe incentivanti sul fotovoltaico prevede espressamente tali garanzie.
I contenuti del IVConto Energia, in materia di garanzie del fine vita dei moduli fotovoltaici, anticipano la revisione della
Direttiva 2002/96/CE sui RAEE (il testo dovrebbe essere pubblicato entro l'estate), la quale prevede l'inclusione dei moduli fotovoltaici tra le apparecchiature elettriche ed elettroniche inserendoli in categoria 4.
Nel recepimento della nuova direttiva, pertanto,
i produttori ed importatori dovranno obbligatoriamente iscriversi al Registro AEE e garantire, tramite l'adesione ad un sistema di raccolta e riciclo anch'esso iscritto al Registro AEE, la corretta gestione dei moduli fotovoltaici a fine vita.
Per questo motivo il
COBAT, un
Sistema Nazionale di Raccolta e Riciclo, dopo aver operato per oltre venti anni nel settore delle batterie al piombo esauste, ha siglato un importante accordo con il
Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), che riunisce circa l'80% delle industrie italiane del settore. Con l'accordo, primo nel suo genere nel nostro Paese, si è voluta costituire la prima filiera italiana per la
corretta gestione dei moduli fotovoltaici a fine vita. Per un prodotto che ha un ciclo di vita di 25-30anni, la garanzia che deve offrire un sistema ai propri iscritti è assai diversa da quella che si richiede a un sistema RAEE per prodotti destinatia diventare rifiuto dopo al massimo qualche anno.
"Il primo - spiega il direttore generale COBAT
Michele Zilla - è rappresentato dalla tracciabilità. Un sistema di raccolta e riciclo deve garantire che i moduli fotovoltaici immessi su mercato dai produttori siano correttamente tracciati in modo che risulti possibile conoscere l'esatto luogo nel quale sono stati installati, realizzando un censimento dei moduli effettivamente coperti dalla garanzia di corretta gestione quando giungeranno a fine vita. La seconda è la garanzia finanziaria. Un sistema di raccolta e riciclo deve possedere un'adeguata garanzia finanziaria affinché sia assicurato - anche dopo molti anni dall'installazione dei moduli ed anche nel caso in cui un produttore o lo stesso sistema dovessero interrompere la propria attività - che vi siano fondi adeguati alla raccolta e al riciclo del rifiuto. Si correrebbe altrimenti il rischio che i costi per la gestione dei moduli fotovoltaicia fine vita ricadano tra qualche anno sulla collettività che, attraverso il prelievo sulle bollette a carico degli utenti, ha già dato il proprio contributo per gli incentivi allo sviluppo del fotovoltaico".
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