Siamo talmente avidi che in un anno ‘divoriamo' le risorse naturali di un
Pianeta e mezzo (in parole povere utilizziamo risorse oltre la capacità che i sistemi naturali hanno di rigenerarle attraverso i loro cicli vitali). Una voracità che ha provocato, solo fra il 1970 e il 2008,
la perdita del 30% di biodiversità a livello globale con punte del 60% nei Tropici, tra le aree geografiche più colpite del mondo.
Un trend di sovrasfruttamento confermato anche dai dati sull'impronta ecologica degli ultimi anni: nel 2008, infatti, a fronte di una
biocapacità (cioè della capacità che i sistemi naturali hanno di produrre risorse biologiche utilizzabili dagli esseri umani) della Terra di 12 miliardi di ettari globali (Gha), corrispondenti ad una ‘porzione' pro capite media di 1,8 gha – che nel 1961 era di 3,2 ettari globale, quasi il triplo - si è registrata un'impronta ecologica umana di 18,2 miliardi di gha complessivi per una quota procapite di 2,7 gha. In
Italia superiamo addirittura la media mondiale con un consumo annuale di ben 2,5 Pianeti e una quota pro capite di 4,5 gha.
E' la fotografia scattata dal
WWF con l'edizione 2012 del
‘Living Planet Report', l'indagine biennale che fa il punto sulla salute della Terra, prodotta in collaborazione con la
Zoological Society di Londra, il Global Footprint Network e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), e che è stata lanciata oggi dalla Stazione Spaziale Internazionale grazie all'astronauta dell'ESA
André Kuipers, che ha fornito una prospettiva unica, e suggestiva, dello stato del pianeta dalla sua missione dell'Agenzia spaziale europea.
"Abbiamo un solo pianeta. Da qui riesco a vedere l'impronta dell'umanità, tra cui gli incendi delle foreste, l'inquinamento atmosferico e l'erosione del suolo e delle coste - le sfide che si riflettono in questa edizione del Living Planet Report ",
ha detto Kuipers nel lancio del rapporto durante la sua seconda missione nello spazio. "Mentre ci sono pressioni insostenibili sul pianeta, abbiamo la possibilità di salvare la nostra "casa", non solo per il nostro beneficio, ma, soprattutto, per le generazioni a venire".
"Viviamo come se avessimo un pianeta in più a nostra disposizione. Stiamo utilizzando il 50 per cento di più delle risorse che la Terra può produrre e se non cambieremo rotta il numero crescerà rapidamente - entro il 2030 anche due pianeti non saranno sufficienti. Nel 1970 sottraevamo annualmente materie prime dalla Terra per circa 30 miliardi di tonnellate, oggi siamo a quasi 70 miliardi. Come hanno indicato i maggiori scienziati internazionali che si occupano di scienze del sistema Terra, ci troviamo in un nuovo periodo geologico (un battito di ciglio rispetto ai 4.5 miliardi di anni di vita del nostro Pianeta) definito Antropocene perché l'intervento umano produce effetti equivalenti alle grandi forze della natura che hanno modellato il Pianeta stesso quando però non era abitato da più di 7 miliardi di esseri umani", ha detto
Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico del WWF Italia.
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