Una ricerca dell'
Isac-Cnr rivela che i picchi di caldo che sono stati registrati negli ultimi anni dipendono dall'aumento globale della temperatura e non da una maggiore variabilità climatica come si era portati a credere.
Lo studio è stato pubblicato sul
Geophysical Research Letters e approfondisce i risultati di un precedente lavoro ad opera dei medesimi autori (i ricercatori dell'istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna e dell'Università degli Studi di Milano) e relativo al territorio italiano.
Per
Michele Brunetti, uno degli autori dello studio: "Nel lavoro appena pubblicato si è sviluppato un modello statistico per comprendere l'evoluzione degli eventi estremi durante gli ultimi 50 anni nel contesto del riscaldamento globale in atto. Le nostre analisi hanno dimostrato come la frequenza degli eventi con temperature eccezionalmente alte sia aumentata in modo significativo negli ultimi decenni in numerose zone del pianeta, in particolare in Europa. E come l'incremento di tali eventi estremi non sia causato da un aumento delle anomalie climatiche, come molti sostengono, ma si spieghi con lo spostamento della temperatura media globale verso valori più elevati, attorno al quale l'ampiezza delle oscillazioni resta pressoché inalterata. Sviluppare una metodologia che permetta di quantificare l'evoluzione di queste oscillazioni è molto importante per gli effetti che esse hanno sull'ambiente e la vita stessa dell'uomo".
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