Dalla società dell'informazione alla società della conoscenza
Espandere il ruolo della tecnologia per affrontare le sfide del mondo moderno.
Redazione GreenCity
Åsa Torstensson è la Ministro per le Comunicazioni nel team della Presidenza svedese dell'Unione Europea. A lei è spettato affrontare il nodo dello sviluppo – e soprattutto, quale sviluppo – dell'information technology in Europa nell'ottica dei due temi principali che costituiscono la base delle discussioni alla conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di copenhagen: i cambiamenti nel clima – come dice il nome stesso della conferenza – e il risparmio energetico.
"Il mondo dell'IT contribuisce in modo sostanziale alla crescita economica e ai posti di lavoro nell'UE e anche nel resto del mondo," dice la Ministro. "I benefici dell'utilizzo dell'IT sul lavoro e nella vita quotidiana sono evidenti e la sua importanza per la partecipazione culturale e sociale è in continuo aumento." La signora Torstensson è fortemente convinta che proprio questa influenza sia la chiave per il progresso sociale ed economico e per la sua diffusione in tutti gli strati della società. "C'è una richiesta di una trasformazione radicale dell'attuale assetto sociale europeo, basato sull'informazione, verso una società basata sulla conoscenza che permetta di sfruttare appieno le potenzialità dell'informazione e della tecnologia e rilanciare lo sviluppo della società nel suo complesso." Una richiesta che è anche una necessità: le sfide che ci troviamo davanti – i cambiamenti climatici, le emissioni di gas serra e degli altri inquinanti, il forte tasso di inquinamento dell'aria e dell'acqua, l'industrializzazione e l'urbanizzazione crescenti ed il conseguente eccesso di utilizzo del suolo e delle risorse naturali in genere – richiedono cambiamenti strutturali profondi e rapidi.
"Possiamo già vedere alcuni segnali di queste trasforazioni in corso," afferma l'esponente politico svedese. "Tecnologie e applicazioni innovative stanno già portando la loro sfida ai modelli di business ed agli equilbri economici e sociali tradizionali." "I cambiamenti non saranno indolori," ammette, ma "non ci sono alternative: se vogliamo che l'Europa diventi una società della conoscenza, affrontare i temi dell'urbanizzazione e del carico ambientale eccessivo, dobbiamo sfruttare le possibilità offerte dall'IT."
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Pubblicato il: 10/10/2009
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