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Aziende e Sostenibilità Sociale: i risultati del Social Sustainability Monitor di SDA Bocconi e F2A

Il Sustainability Lab di SDA Bocconi e F2A presentano i risultati del primo osservatorio permanente sulla dimensione Sociale delle tematiche ESG.

Redazione ImpresaGreen

Il Social Sustainability Monitor nasce dalla partnership tra il Sustainability Lab di SDA Bocconi School of Management, un think tank multidisciplinare che effettua attività di ricerca applicata per trovare soluzioni innovative e pragmatiche alla sfida della sostenibilità, e F2A, prima società di servizi professionali tech based per le risorse umane in Italia che ha di recente ottenuto la certificazione Parità di Genere, con l’obiettivo di porsi come strumento di studio e ricerca continua al fine di supportare costantemente le scelte strategiche aziendali e manageriali nella prospettiva della sostenibilità sociale.

Il Social Sustainability Monitor vuole esplorare in modo continuativo la performance sociale delle imprese, la “S” della strategia aziendale ESG. La rilevazione del 2023 sarà poi utilizzata come “Anno 0” per misurare l’evoluzione degli indicatori.

Contesto di riferimento

La “S” di ESG, sostenibilità sociale, è un aspetto della sostenibilità spesso trascurato poiché le discussioni sullo sviluppo sostenibile si concentrano principalmente sulle performance ambientali e di governance, meglio definite e più facili da misurare.

Il Monitor adotta la scelta del Global Compact delle Nazioni Unite, che è molto chiaro nella definizione di sostenibilità sociale nelle imprese: “Direttamente o indirettamente, le aziende influenzano ciò che accade ai dipendenti, ai lavoratori della catena del valore, ai clienti e alle comunità locali, ed è importante gestire gli impatti in modo proattivo”.

L’analisi si è perciò incentrata sulle performance in termini di “S interna” (capitale umano dell’impresa) e di “S esterna” (comunità locali e società).

Contesto normativo e di rendicontazione

L'Unione Europea ha implementato un quadro normativo omnicomprensivo per la sostenibilità sociale, culminando nella Direttiva CSRD, pubblicata il 16 dicembre 2022. Questa direttiva obbliga le aziende a divulgare informazioni dettagliate sui rischi e le opportunità derivanti da questioni sociali e ambientali, e sull'impatto delle loro attività su persone e ambiente. La rendicontazione, regolata dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) -31 luglio 2023-, richiede alle imprese di riportare sia il loro impatto che i rischi e le opportunità finanziarie collegati alle questioni di sostenibilità. Le grandi società e le PMI quotate devono iniziare a conformarsi a partire dagli esercizi finanziari 2024 e 2026 rispettivamente, con una rendicontazione semplificata prevista per le PMI.

Il monitor: alcune evidenze e conclusioni

La survey ha evidenziato che anche le PMI del campione pongono una attenzione rilevante alle tematiche di sostenibilità sociale, nonostante tali imprese non siano soggette all’obbligo di rendicontazione delle informazioni non finanziarie. Per quanto riguarda le grandi imprese, come da attese, sono compliant con quanto disposto dalla normativa vigente. Ci sono, comunque, su alcuni aspetti, ancora margini di miglioramento.

Ecco alcune evidenze in fatto di “S esterna” (comunità locali e società):

  • Il 41% delle imprese (di cui 15% PMI) ha effettuato delle donazioni in denaro o di altri beni a scopo di ricerca tecnologica e scientifica (il 35% negli ultimi 3anni).
  • Il 74% delle imprese (28% PMI) effettua opere di volontariato o donazioni in denaro o altri beni a favore di organizzazioni no-profit.
  • Il 47% delle imprese (13% PMI) ha contribuito a iniziative a beneficio della comunità locale e/o del territorio.

..e alcune relative alla “S interna” (capitale umano dell’impresa):

  • Per il 43% delle imprese (30% PMI) la percentuale di dipendenti che hanno lasciato l’impresa durante il periodo di rendicontazione (2023) è inferiore al 5%.
  • Il 26% delle imprese offre ai dipendenti una protezione sociale contro la perdita di reddito dovuta a eventi importanti della vita. Il 10% di queste imprese è rappresentato da PMI.
  • Nel 61% (39% PMI) dei casi non si riscontra un divario tra la retribuzione delle donne rispetto agli uomini. Nel 24% delle imprese, tale divario è inferiore al 5%.


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Pubblicato il: 20/06/2024

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