L'Unione Europea ha introdotto un nuovo Regolamento che riguarda la gestione, l’approvazione, il riciclaggio e l'impatto ambientale delle batterie. TÜV SÜD spiega le implicazioni, i benefici e le sfide, nonché il possibile ruolo strategico di un ente terzo.
Redazione ImpresaGreen
La determinazione dell’inquinamento che deriva dallo smaltimento delle batterie, ad esempio delle auto elettriche è stato, ed è tuttora, oggetto di polemiche su diversi fronti. Sebbene le vetture elettriche siano ampiamente considerate una soluzione più sostenibile rispetto ai veicoli tradizionali a combustione interna, la gestione ambientale delle batterie esaurite rappresenta una sfida critica. La presenza di materiali tossici nei loro componenti, infatti, unita alla mancanza di infrastrutture adeguate al riciclo, ha generato preoccupazioni riguardo a una possibile contaminazione ambientale.
Le batterie, che non si limitano a quelle per i veicoli elettrici, essendo impiegate in una vasta gamma di dispositivi, sono al centro della rivoluzione energetica globale e renderle sostenibili rappresenta un elemento chiave nella transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
La ricerca e lo sviluppo mirano a migliorare l'efficienza energetica, ridurre l'uso di materiali critici e sviluppare processi di riciclo avanzati, contribuendo così a garantire una gestione sostenibile delle risorse e a mitigare l'impatto ambientale dell'industria delle batterie.
Su questo tema è scesa in campo l’Unione Europea che, con il Regolamento (UE) 2023/1542 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2023, aggiorna la disciplina sulle batterie e rifiuti da batterie in modifica alla direttiva 2008/98/CE (sui rifiuti), al regolamento (UE) 2019/1020 (vigilanza sui prodotti immessi in mercato) e, di fatto, abroga la Direttiva Batterie (Dir 2006/66/CE) che aveva determinato un miglioramento nell’efficienza ambientale delle batterie e istituito norme e obblighi comuni per gli operatori economici.
“I regolamenti, come in questo caso, a differenza delle direttive, si applicano direttamente in tutti gli Stati membri dell’UE ed entrano in vigore subito senza attendere l’adozione di leggi nazionali”, dichiara Pietro Vergani, Business Unit Manager di TÜV Italia. “Lo scopo del Regolamento è quello di accelerare la transizione verso un’economia circolare, con l’obiettivo primario di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050 nell’ambito del Green Deal europeo, andando a istituire un quadro legislativo unificato ed omnicomprensivo dei requisiti per la gestione delle batterie”.
Il Regolamento è entrato in vigore direttamente nell’agosto 2023, mentre i Regolamenti di Attuazione e i Regolamenti Delegati entreranno in vigore in fasi successive a partire dal 2024.
Le categorie di batterie impattate da questo Regolamento sono tutte quelle distribuite all’interno dell’Unione Europea, ossia:
La visione di ampio respiro, sottesa a questo Regolamento, si lega al piano di azione UE per l’economia circolare e alla nuova strategia industriale, aventi la finalità di garantire l’intero ciclo di vita dei prodotti in un’ottica ‘Zero Waste’. Non solo, per contrastare la violazione dei diritti umani connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche, le nuove regole introducono un obbligo di diligenza per i produttori.
Tra gli obiettivi chiave del regolamento vi sono la necessità di prevedere una dichiarazione di conformità UE (marcatura CE dedicata) e un’etichetta obbligatori sull’impronta di carbonio per le batterie dei veicoli elettrici (EV), le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (LMT, ad esempio per scooter elettrici e biciclette) e le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh, l'introduzione di un passaporto digitale per alcune categorie di batterie, degli obiettivi più severi per la raccolta dei rifiuti: per le batterie portatili – 45% entro il 2023, 63% entro il 2027 e 73% entro il 2030; per le batterie LMT – 51% entro il 2028 e 61% entro il 2031 (Art.69), livelli minimi di materiali recuperati dai rifiuti di batterie e livelli minimi di contenuto riciclato da rifiuti di produzione e di consumo da utilizzare nelle batterie nuove.
“La nuova gestione sostenibile delle batterie ha fissato obiettivi più rigidi per la loro raccolta e ha prescritto un aumento consistente del tasso di riciclo delle batterie. Secondo le nuove regole, i livelli minimi di cobalto recuperato (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) dai rifiuti di produzione e di consumo devono essere riutilizzati nelle nuove batterie”, aggiunge Vergani. “È inoltre fondamentale considerare che tali requisiti si integrano a quelli di verifica tecnica a garanzia della sicurezza delle batterie in tutte le differenti applicazioni”
A seguito dell’entrata in vigore del Regolamento UE, le batterie dovranno disporre di un’etichetta indicante la propria impronta di carbonio, rendendo così più trasparente l’impatto ambientale di ogni batteria. Questa servirà anche a garantire che le nuove batterie contengano i livelli minimi di determinate materie prime, prescritte come nocive per la salute umana e l’ambiente (es. Regolamento REACH).
Il nuovo Regolamento, inoltre, prescrive una più facile rimozione o sostituzione delle batterie, in grado di fornire migliori informazioni ai consumatori. Le batterie portatili negli apparecchi dovranno essere progettate in modo tale che gli utenti possano rimuoverle e sostituirle facilmente. Verranno fornite maggiori informazioni sulla capacità, le prestazioni, la durata, la composizione chimica, e sarà obbligatorio apporre il simbolo di “raccolta differenziata” delle batterie.
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