Pasta Garofalo presenta il suo primo Report di Sostenibilità
Una tappa molto importante del percorso d’azienda, avviato già nel 2019, che vuole raccontare come la sostenibilità accompagni l’attività dello storico pastificio di Gragnano.
Redazione ImpresaGreen
Il Pastificio Garofalo ha annunciato la pubblicazione del suo primo Report di Sostenibilità, redatto in collaborazione con Lifegate, in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti nel 2016 dal Global Reporting Initiative (GRI), il riferimento più diffuso a livello internazionale che promuove lo sviluppo di una rendicontazione volontaria delle performance economiche, ambientali e sociali.
Il report è il secondo nella storia dell’azienda, che però ha scelto di prendere l’edizione 2019 come momento di consapevolezza interna dei propri punti di forza e di debolezza, per poi rendere pubblica la rendicontazione 2020, una volta affrontati i temi più rilevanti emersi dal primo assessment.
“Il 2020 è stato un anno fuori dal comune che ha lasciato un segno nella vita di tutti noi. Ed è proprio in questo anno così particolare che abbiamo deciso di pubblicare il nostro primo Report di Sostenibilità che, in qualche modo, rappresenta una sfida per noi stessi: in virtù dei valori che dalle nostre origini ci contraddistinguono, ovvero la qualità, l’innovazione, la trasparenza, il rispetto delle diversità e la passione, abbiamo infatti voluto rispondere con gesti concreti alle richieste dei nostri consumatori, sempre più consapevoli e attenti a ciò che portano in tavola”, commenta Massimo Menna, Amministratore Delegato del Pastificio Garofalo. “Tutto ciò coerentemente con il nostro impegno quotidiano di portare una pasta unica e inconfondibile sulle tavole dei nostri consumatori.”
Nel 2020, lo stabilimento ha assorbito energia per 26.684.746 kWh, di cui circa il 71% è stata autoprodotta tramite l’impianto di cogenerazione e l’1,1% prodotta tramite l’impianto fotovoltaico. In seguito all’aumento di produzione registrato nel 2020 per far fronte alla crescente domanda di beni di prima necessità come la pasta, la quota di energia elettrica acquistata è aumentata al 28% da una quota inferiore al 20% nel 2019. Di conseguenza, sono state avviate le pratiche amministrative per aumentare la capacità di autoproduzione dell’energia in modo da addiratura superare le quote precedenti, che vedevano il cogeneratore coprire fino al 90% del fabbisogno di energia elettrica. I progetti previsti riguardano l’installazione di un nuovo impianto di trigenerazione e l’ampliamento del parco fotovoltaico che garantiranno tutto il fabbisogno di energia elettrica ed una consistente quota dell’energia termica.
Inoltre, consapevole dell’importanza anche dei materiali utilizzati per il packaging dei prodotti in un settore come quello alimentare, da quasi 15 anni il Pastificio Garofalo ha scelto per gli imballaggi secondari carta riciclata, ottenuta dal macero della raccolta differenziata delle aziende e dei cittadini del territorio campano. Questi materiali sono sottoposti a un’analisi del ciclo di vita (LCA) e certificati dal Forest Stewardship Council (FSC), associazione che identifica il legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile. Nel 2020, sono state così evitate emissioni di CO2 equivalente per 350 tonnellate.
Per l’imballaggio primario, invece, la scelta è ricaduta sulla plastica, nell’ottica della trasparenza senza compromessi firmata Garofalo. La plastica rappresenta inoltre un materiale ottimale per garantire e preservare le caratteristiche chimico-fisiche della pasta e di sicurezza alimentare e quindi assicurare che al consumatore arrivi un prodotto inalterato rispetto al momento in cui è uscito dallo stabilimento.
Tuttavia, nella consapevolezza dell’impatto che la plastica ha sull’ambiente, seppure quella impiegata da Garofalo sia al 100% riciclabile, l’azienda non si ferma nella continua ricerca di soluzioni alternative. Nel frattempo, il pastificio si impegna a facilitare il percorso del consumatore finale al riciclo, grazie a una comunicazione facilmente comprensibile relativa al metodo di smaltimento. Infatti, Garofalo riconosce l’importanza di una gestione responsabile dei rifiuti prodotti in tutte le attività e cerca di favorire, se possibile, il riciclo dei rifiuti, per diminuire i quantitativi da conferire in discarica. La quota principale di rifiuti è costituita da scarti di materiali di imballaggio (plastica e cartoni), che sono prevalentemente inviati a riciclo.
La pasta non genera grandi quantitativi di rifiuti e anche gli scarti di lavorazione possono essere recuperati, indirizzandoli per esempio alla filiera della mangimistica o del petfood come sottoprodotti a uso zootecnico. Nel 2020, sono così state recuperate 10.778 tonnellate di scarti, contro le 5.475 tonnellate del 2019. Altri virtuosi progetti di circular economy che vanno in questa direzione sono le cannucce di pasta che Garofalo produce dal 2015 rifornendo bar e ristoranti, insieme ad una scatola di carta riciclata in cui raccogliere le cannucce utilizzate. Dal 2019 Garofalo collabora inoltre ad un progetto rivoluzionario di food innovation, I’mpasta, una sorta di lievito madre realizzato con grano duro o gluten free proveniente dagli avanzi di lavorazione della pasta che dà vita a impasti di vario tipo.
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Pubblicato il: 28/07/2021
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