Dopo le automobili, gli aerei sono i mezzi di trasporto più inquinanti per l'ambiente. Stando alle statistiche di Air Transport Action Group
si può addebitare all'aviazione il 2% delle emissioni globali di CO2. Complessivamente, i rilevamenti relativi al 2019 calcolano un'emissione da parte degli aerei di 915 milioni di tonnellate di CO2. Il problema è talmente sentito che ambientalisti come Greta Thunberg evitano accuratamente di spostarsi in aereo, preferendo i più ecologici trasporti su rotaia.
Le cose potrebbero cambiare, sia per i voli di linea sia per i piccoli velivoli. Tutto parte dall'assunto che la componente inquinante del trasporto aereo è il carburante. Al posto delle miscele tradizionali, come la benzina per aviazione o il cherosene, alcuni stanno valutando l'impiego di biocarburanti;
altri invece lavorano all'innovazione tecnologica dell'aviazione elettrica.
Nel primo gruppo troviamo nomi importanti, come Boeing. Il colosso statunitense sta valutando di alimentare, entro il 2030, tutti i suoi aerei con
combustibili sostenibili al 100%, ossia a base di olio vegetale, grassi animali e rifiuti agricoli.
Velivoli elettrici
Diversa la strada percorsa da chi produce velivoli più piccoli, per i quali è più facile l'impiego di motori elettrici o la conversione dei motori tradizionali a quelli elettrici. Le prospettive sono talmente interessanti che
secondo Morgan Stanley da qui al 2040 la mobilità aerea sostenibile genererà un giro d'affari da 1,5 trilioni di dollari, con riferimento più che altro a droni e VTOL (vertical takeoff and landing vehicles), le
flying cars che potrebbero cambiare la mobilità nelle grandi metropoli.
La californiana Archer ha stipulato un accordo con FCA per poter beneficiare della sua supply chain, con tutti i vantaggi di logistica e finanziari che ne derivano, per produrre in volumi aeromobili a decollo e atterraggio verticale (eVTOL) con motori sia ibridi che elettrici. Archer reputa possibile far percorrere a un velivolo elettrico distanze fino a 100 chilometri a 240 Km/h. Come vedremo di seguito, ci sono però altre proposte su scala più ampia.
Anche la
NASA intende scendere in campo nella progettazione di velivoli elettrici. L'Agenzia aerospaziale statunitense intende dare un contributo fattivo alla realizzazione di voli eco-compatibili sulla Terra, mediante una partnership con l'industria aeronautica. L'idea è quella di sfruttare il knowhow dell'Agenzia per far
accelerare la progettazione e la modellazione dei futuri aeromobili EAP (Electrified Aircraft Propulsion). L'auspicio è quello di riuscire a introdurre la tecnologia EAP nelle flotte globali entro il 2035, partendo dagli aerei più piccoli a turboelica, per poi passare ai piccoli jet per tratte regionali e agli aerei a corridoio singolo.
Velivolo a decollo e atterraggio verticale
Motori elettrici
Un importante contributo per tutti i progetti di aviazione elettrica è quello di magniX, azienda pioniera nella produzione di motori elettrici per aeromobili. Ha realizzato il primo prototipo di motore elettrico Magni5 nel 2017 e ora collabora con la svizzera H55 e con la canadese Harbour Air per
trasformare la flotta di idrovolanti di quest'ultima in velivoli elettrici. H55 è titolare di una tecnologia brevettata e certificata per la propulsione elettrica, che comprende un sistema integrato di alimentazione, propulsione e gestione delle batterie, con annessi pacchi batteria, connettori, motore, controller del motore, interfaccia pilota e controlli di alimentazione. Inoltre, la tecnologia include un sistema modulare autonomo di stoccaggio dell'energia.
Le aziende hanno già condotto test di volo per raccogliere dati sulla spinta al decollo, le interferenze elettromagnetiche e i livelli di rumore. L'obiettivo è quello di realizzare con
Transport Canada un programma di certificazione per autorizzare gli aerei completamente elettrici a svolgere operazioni commerciali.
Rispetto al progetto EAP, quello di Harbour Air può sembrare un'inezia. In realtà il CEO di magniX Roei Ganzarski ha fatto notare che nel 2018 il 75% dei voli aerei in tutto il mondo percorreva tratte nel raggio di 1.000 miglia o inferiori (1600 chilometri circa). Basterebbe quindi dotare di alimentazione elettrica questa percentuale per ottenere un impatto notevole sull'abbassamento delle emissioni globali.
L'Europa pensa alle etichette energetiche per i voli
Con il COVID il traffico aereo nel Vecchio Continente è diminuito in maniera sostanziale, ma con il recedere della pandemia i voli riprenderanno. Questo momento di transizione forzata è una buona occasione per mettere mano alle normative. In particolare, l'EASA (European Union Aviation Safety Agency) intende
classificare i voli con etichette indicanti la quantità di emissioni di carbonio di ogni singolo volo. Una sorta di etichetta energetica per gli aerei.
Potrebbe esordire dalla fine del 2022 e dovrebbe rappresentare graficamente la carbon footprint degli aerei. Non è un dato vincolante, ma sarebbe utile ai viaggiatori attenti all'ambiente per scegliere le compagnie di volo o gli aerei meno inquinanti per la tratta che devono percorrere.
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