La pandemia COVID-19 potrebbe aver cambiato anche lo scenario di diffusione della legionella in Italia.
La prolungata situazione d’inutilizzo delle utenze e degli impianti idrici in realtà civili o industriali, infatti,
potrebbero aver favorito la proliferazione di questo batterio. È in questo contesto che entrano in vigore le novità stabilite nella nuova Direttiva europea 2020/2184.
Tra i parametri per la
valutazione della qualità delle acque potabili di tutte le strutture che la erogano al pubblico si aggiunge dunque la
concentrazione della tipologia batterica Legionella. Entro i prossimi due anni, inoltre, secondo la normativa tutti gli Stati membri dell’Unione Europea devono fornire spontaneamente a tutta la popolazione informazioni puntuali, corrette, comprensibili e facilmente reperibili sulla qualità e sui parametri microbiologici dell’acqua potabile.
La nuova Direttiva alza quindi i parametri per il contenimento del rischio biologico e si aggiunge alle Linee Guida nazionali e al rapporto n°21/2020 pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico recettive e altri edifici ad uso civile o industriale, poco utilizzati durante la pandemia e all’interno dei quali si potrebbe verificare la proliferazione del batterio. Al fine di supportare strutture ricettive e termali, ma anche palestre, fiere e centri commerciali che sono rimasti chiusi durante il periodo emergenziale, ma anche per continuare a dare sostegno alle strutture sanitarie, il
Gruppo Lifeanalytics - azienda specializzata da
oltre 40 anni nei servizi di analisi chimica, microbiologica e biologica - ha condotto
oltre 20.500 analisi di monitoraggio della Legionella per valutare e gestire il Rischio Legionellosi all’interno di queste strutture.
La Legionellosi è una malattia infettiva che colpisce l’apparato respiratorio, causata dalla specie batterica
Legionella pneumophila: questa specie predilige i bacini idrici naturali e artificiali e le temperature comprese tra i 25 e i 55 °C. Si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati e, per questo motivo, tutti i luoghi che implicano un’esposizione ad acqua nebulizzata sono da considerare a rischio.
I contesti di vita e di lavoro interessati
sono ospedali, cliniche, case di cura, alberghi, campeggi, condomini, strutture per attività sportive e termali, e in generale tutti i contesti in cui vi è una cattiva progettazione e manutenzione degli impianti di distribuzione dell’acqua. Dalle ultime stime dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia sono stati circa 18 mila i casi di legionellosi dal 2000 al 2019, in media circa
2 mila infetti l’anno con una
mortalità del 10-15%. “Con la pandemia il rischio è che queste valutazioni possano passare in secondo piano. La valutazione del rischio legionellosi all’interno delle strutture sanitarie ma anche all’interno delle strutture turistiche che, purtroppo a causa della diffusione della pandemia COVID-19, sono state poco utilizzate resta fondamentale - spiega
Giovanni Giusto,
AD Lifeanalytics –
Le analisi condotte dagli esperti dei nostri laboratori sono uno strumento fondamentale per valutare la qualità delle acque potabili in tutti questi contesti e sono un ulteriore strumento di prevenzione sanitaria”.
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