Riciclare anziché buttare. È il motto di TrenDevice, prima azienda ad aver portato il “ricondizionato” in Italia e quotata sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana da ottobre 2020. Con un business focalizzato sul ricondizionamento di prodotti hi-tech di fascia alta, questa azienda italiana attiva dal 2013 ha al suo attivo oltre 60.000 clienti serviti dal 2013, 350.000 utenti registrati ed oltre 1.000 richieste di valutazione dell'usato al giorno.
Nel 2019, grazie ai ricondizionati TrenDevice, si sono registrate oltre 1.000 tonnellate di CO2 in meno, grazie a cui TrenDevice contribuisce ad
abbassare l’impatto ambientale della produzione di determinati dispositivi tecnologici.
Abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza di quest'azienda intervistando Alessandro Palmisano, CEO di TrenDevice. Ci ha spiegato che
nel 2020 TrenDevice ha rivenduto circa 25.000 device ricondizionati internamente. Grazie al modello basato sull’economia circolare e alla scelta di prodotti ricondizionati da parte dei clienti di TrenDevice, nel Q4 2020 sono 438 le tonnellate stimate di CO2 non immesse nell’ambiente, per un totale di 1.503 tonnellate di CO2 sull’intero anno 2020, in crescita del 49% rispetto alle 1.008 tonnellate del 2019.
Alessandro Palmisano, CEO di TrenDeviceTrenDevice ha diversi canali di approvvigionamento: "
ci approvvigioniamo da clientela privata, liberi professionisti e aziende in tutta Italia in modo diretto mediante auto-valutazione sul nostro sito web. Inoltre abbiamo una partnership con catene di prodotti informatici che ritirano in modalità white label per conto nostro. In aggiunta disponiamo di un canale wholesale internazionale grazie ad accordi con primari operatori all’ingrosso Europei ed USA".
Una volta giunto in aziende, il prodotto non viene rivenduto subito. Ci sono
interventi importanti che vengono eseguiti su tutti i ricondizionati prima che siano rivenuti. Palmisano spiega infatti che "
su ogni prodotto effettuiamo oltre 30 test hardware e software. La riparazione eventuale di ogni device avviene ad hoc sulla base di quelle che sono le componenti usurate o danneggiate da sostituire. Ad esempio, nella maggior parte dei device sostituiamo la batteria, soprattutto sui prodotti più datati, in quelli ridotti in pessime condizioni sostituiamo anche il display LCD".
Il mercato dei ricondizionati sta prendendo piede in Italia e TrendDevice non è l'unica azienda che propone smartphone ricondizionati. A distinguerla dalla concorrenza c'è prima di tutto l'italianità: "
Siamo un’azienda orgogliosamente italiana. Rispetto a molti concorrenti abbiamo il controllo completo della value chain: nessuna delle nostre fasi produttive è affidata in outsourcing, dal testing al refurbishment dei prodotti al customer service, avviene tutto internamento sotto il nostro controllo.
Abbiamo inoltre in avvio un importante progetto Retail, che è partito con il primo punto vendita su Milano a dicembre. L’obiettivo, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, sarà quello di coprire le principali città italiane per migliorare l’esperienza d’acquisto dei nostri clienti, puntando sull’integrazione online/offline. Ultimo ma non meno importante, siamo l’unica società del settore ad essere quotata in Borsa, in tutta Europa".
Chiudiamo con il messaggio che Palmisano, a nome di TrendDevice, vuole inviare a consumatori e aziende per una maggiore tutela dell'ambiente e un'economia circolare sempre più florida:
"Per i consumatori: massimizzare il riutilizzo e minimizzare lo spreco delle risorse, concetto ampio che va dall’utilizzo intelligente dei beni second-hand all’evitare lo spreco di cibo. Personalmente sono un grande sostenitore delle doggy-bag nei ristoranti: in Italia c’è ancora moltissima ritrosia verso questa soluzione, sia da parte degli esercenti che da parte dei consumatori. Negli USA, 3 anni fa, ero a cena con il CEO di una multinazionale e per lui è stato un gesto di naturale abitudine richiederla. Ancora: scegliere prodotti e servizi ecosostenibili, dai materiali alle auto elettriche: anche se talvolta più costosi, si tratta di un investimento per il futuro del nostro pianeta.
Per le aziende: operare scelte green a 360 gradi. I commerciali, ad esempio, non è necessario che abbiano tablet o smartphone nuovi. Agevolare lo smart working per ridurre l’impatto di CO2 grazie ai minori spostamenti dei dipendenti. Scegliere fornitori di energia elettrica che viene solo da fonti rinnovabili. Evitare l’acquisto di centinaia di bottiglie di plastica per l’acqua delle sale riunioni ma privilegiare gli erogatori di acqua di rete purificata. Sono tutte scelte che in TrenDevice abbiamo adottato già da tempo".
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