EcoTyre, primo Consorzio nazionale per numero di Soci italiani, europei e internazionali (
778 le aziende iscritte a dicembre 2019, +5% rispetto all’anno precedente), ogni anno mette a punto un
Piano Nazionale di Raccolta per gestire un quantitativo di PFU pari agli pneumatici immessi sul mercato dai propri Soci. La strategia del Piano è di raccogliere quantità sempre superiori all’immesso al consumo: nel 2019 EcoTyre ha gestito il 101,2% dei pneumatici previsti dall’obiettivo di legge, complessivamente quasi 47 milioni di kg di PFU.
A livello territoriale in tutte le macro-aree (Nord, Centro e Sud Italia con isole) si registra un incrementato delle attività di raccolta. I ritiri sono aumentati mediamente del 6,7%, così distribuiti: Centro +454 ritiri, Nord +307, Isole +216 e Sud +176.
L’organizzazione EcoTyre è basata su
130 EcoTyre Partner di cui
109 Logistics Partner - aziende specializzate nella logistica di ritorno - e
21 Recycling Partner che si occupano del trattamento e recupero. Nel 2019 sono stati effettuati
quasi 20 mila ritiri presso 12.858 punti di raccolta, officine e gommisti sparsi su tutta la penisola,
il 67% dei quali è di piccole e medie dimensioni (con ritiri mediamente inferiore a 300 PFU), con un
indice di puntualità medio, ossia la garanzia di effettuare il ritiro entro la data concordata,
dell’83%. La raccolta è svolta in maniera capillare, dalle piccole isole ai comuni di montagna, con una
logica di prossimità: i PFU raggiungono l’impianto di trattamento più vicino, riducendo km percorsi, costi ed emissioni inquinanti. Il contributo ambientale, cioè l’importo che i consumatori versano quando acquistano uno pneumatico nuovo (per coprire i costi di ritiro, trattamento e recupero dello pneumatico giunto a fine vita) scende rispetto al 2018, passando da 2,25 euro a
2,15 euro, continuando il trend di riduzione (-28% in 9 anni) grazie alla politica di miglioramento continuo adottata da EcoTyre che ha ridotto i costi operativi e logistici a fronte di un’elevata qualità del servizio ed aumentato i ricavi dal materiale recuperato dalle attività di riciclo.
Inoltre EcoTyre ha messo a punto un
processo particolarmente innovativo, con il coinvolgimento di importanti partner tecnici italiani e internazionali, che consente di utilizzare la gomma triturata derivante dai PFU, per generare una mescola utile alla produzione di altri pneumatici, equivalente a quella tradizionale. La mescola degli
“pneumatici verdi” contiene per il 20% gomma riciclata e devulcanizzata e gli pneumatici sono stati sottoposti a un test comparativo mirato a valutare le differenze esistenti tra le due tipologie di copertone: quelli tradizionali e quelli contenenti gomma riciclata. I nuovi pneumatici verdi hanno subìto un grado di usura praticamente identico a quello dei copertoni prodotti tradizionalmente.Alla luce di questi ottimi risultati, EcoTyre ha deciso di lanciare il progetto “da Gomma a Gomma 2.0” che punta ad ampliare l’iniziativa ad altre tipologie di pneumatici ed equipaggiare almeno
1.000 veicoli entro i prossimi 36 mesi.
PFU Zero invece è il primo progetto nazionale di mappatura dei depositi abbandonati di PFU. L’obiettivo è quello di individuare, attraverso le segnalazioni di enti locali, associazioni e cittadini sul sito internet dedicato
www.pfuzero.ecotyre.it/, zone in cui vengono abbandonati i PFU. In circa 7 anni di attività, sono state raccolte oltre 2 milioni di gomme con oltre 160 interventi straordinari in tutta Italia, durante i quali EcoTyre ha promosso attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale con l’obiettivo di diffondere la cultura del corretto recupero dei PFU presso i cittadini e gli operatori, riducendo il rischio di abbandono indiscriminato dei pneumatici nell’ambiente.
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