Coronavirus, Coldiretti a Conte: “Fermare speculazioni sui prezzi”
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: "Serve più concorrenza riaprendo al più presto ristoranti, mense, bar, gelaterie, pasticcerie agriturismi e, in molte regioni, anche i mercati rionali e quelli degli agricoltori ancora fermi"".
Redazione ImpresaGreen
"Fermare le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità per difendere la capacità delle famiglie di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori". E’ quanto ha chiesto il presidente della
Coldiretti Ettore Prandini nell’incontro con il premier
Giuseppe Conte per fare il punto sulle misure in campo con il DL Maggio contro gli effetti dell’emergenza coronavirus.
E’ fondamentale – sottolinea Prandini – garantire la stabilità dei prezzi lungo tutta la filiera per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali.
Nelle campagne in questo momento a molte nostre imprese – precisa Prandini –
vengono proposti tagli insostenibili dei compensi al di sotto dei costi mentre le quotazioni al dettaglio per gli alimentari continuano ad aumentare dal burro (+2,5%) ai formaggi +2,4%), dal latte (+4,1%) ai salumi (+3,4%) fino alle carni (+2%) secondo gli ultimi dati Istat ad aprile.
La chiusura forzata del canale della ristorazione ha provocato un effetto a valanga sull’agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu
che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prorogato al primo giugno, secondo una stima della Coldiretti.
Il lungo periodo di chiusura – sottolinea la Coldiretti – sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all’esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione.
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