Huawei ha presentato allo
Smart City Expo World Congress di Barcellona la sua visione per la
smart city. Il tema non è nuovo, lo è il nome che l'azienda ha assegnato a questa visione,
Horizon@City. Inoltre, lo stato di avanzamento dello sviluppo è progredito rispetto all'epoca in cui fu annunciata l'iniziativa. Ora è pronta una vasta gamma di applicazioni urbane, come l'educazione intelligente, l'assistenza sanitaria intelligente, il governo intelligente, nonché l'ultima cooperazione strategica con Barcellona.
Edwin Diender, Chief Digital Transformation Officer e Vice President Government & Public Sector Business Unit di Huawei, ha portato esempi concreti. I bambini in età scolare che risiedono in villaggi remoti possono fruire dell'educazione intelligente per frequentare le lezioni con regolarità. Gli abitanti delle zone rurali, grazie all'assistenza sanitaria intelligente, possono fruire dei servizi di cui hanno bisogno, senza intraprendere lunghi viaggi. Come ha sottolineato Diender, non si tratta di casi isolati in luoghi remoti del Pianeta, sono problemi più diffusi di quanto si possa pensare.
Gli esempi sono molteplici. Le applicazioni urbane permettono di gestire meglio il flusso del traffico, ottimizzare la disponibilità dei mezzi pubblici. Ma anche di individuare problemi da risolvere, come buche nell'asfalto, perdite nelle condutture, semafori guasti e altro. Il concetto di base è efficacemente sintetizzato da Diender:
i servizi ai cittadini sono il nocciolo della smart city, non le città.
Servizi che richiedono un'infrastruttura complessa. Alla base, ed ecco il motivo del nome Horizon@City, è la piattaforma digitale Horizon. Include i servizi cloud di base e tutta la parte di gestione dei servizi, che comprende Intelligenza Artificiale, big data,
IoT, e altro. Da questo "zoccolo duro" si ottengono i dati indispensabili allo sviluppo di applicazioni e servizi. Requisito fondamentale affinché il sistema funzioni è che i dati siano condivisi e interoperabili. I servizi richiesti e il modo in cui vengono implementati possono essere diversi, a seconda delle necessità, ma i dati di partenza non cambiano.
Il risultato è quello che si può vedere nell'immagine qui sotto
Consiste in una
mappa interattiva, che racchiude tutti i dati di cui c'è bisogno per comprendere con un colpo d'occhio lo stato della smart city. Velocità media del traffico ripartita per quartiere, immagini delle aree a maggiore congestione di traffico, disponibilità di mezzi pubblici, e altro.
In questo esempio il monitoraggio interessava il traffico. I dati possono essere usati anche per applicazioni di controllo dell'
inquinamento, di pubblica sicurezza, di monitoraggio dei consumi, di
raccolta differenziata. Oltre che di servizi alla cittadinanza tramite app. A prescindere dalle diverse necessità, è chiara l'impellente necessità di trasformare le metropoli in smart city, per poterle gestire e amministrare in maniera ottimale. Ecco perché sono più di mille le città nel mondo che stanno adottando soluzioni per diventare smart. Fra queste Londra, Parigi, Tokyo, Amburgo, Tel Aviv, Shenzen.
In tutto questo Huawei non si muove da sola, ha presentato un lungo elenco di partner, in cui figurano anche molte
aziende italiane. App e servizi possono essere sviluppati sulla base delle API fornite, che ne garantiscono la piena integrazione.
Fra i progetti già in essere, e tuttora in evoluzione, molti figurano in Europa. L'Italia è presente con lo Smart Campus di Roma e con il
progetto di Cagliari di cui si era molto parlato al momento della stipula dell'accordo.
Il ruolo di primo attore, quindi, non spetta al fornitore di tecnologia, ma al
governo. Come ha ricordato Sun Fuyou, vicepresidente di Huawei Enterprise Business Group, "lo sviluppo di una città intelligente deve considerare sia i fattori tecnici che umani e dev'essere fatto in modo intelligente. È un'iniziativa guidata dal governo, e richiede un processo di sviluppo continuo a lungo termine. L'innovazione, la sperimentazione e l'iterazione costante sono fondamentali".
Lo stato di avanzamento: le verifiche tecniche di fattibilità sono superateQuest'ultimo è l'altro punto nodale della smart city, ed è il motivo per il quale non si parla mai di progetti "conclusi". Una smart city è un'
evoluzione continua, in cui si predispongono via via i tasselli che andranno prima a completare un ambito specifico (ad esempio il traffico), poi a includerne altri connessi (mezzi di trasporto, sicurezza, inquinamento, eccetera). E' impossibile realizzare un'infrastruttura completa in una sola volta, è un lavoro che deve necessariamente procedere per gradi e che richiede anni di attenta pianificazione.
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