“Le aziende che investiranno sull’economia circolare saranno più concorrenziali, più forti sul mercato perché risparmieranno risorse, useranno meno energia, produrranno meno rifiuti. L’ambiente non è soltanto un grande tema etico e morale: è anche un grande tema economico sul quale si giocherà la differenza competitiva nella quarta rivoluzione industriale”. Così il
Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti ha sottolineato in questi giorni la valenza che avrà questo tema al prossimo G7Ambiente dell’11 e 12 giugno, e di cui si parlerà proprio a Bologna il 7 giugno in occasione del primo Forum Nazionale sull’Economia Circolare.
L’economia circolare potrebbe determinare nel mondo una
crescita di 1.800 miliardi di euro da qui al 2030,
ovvero il doppio della crescita prevista con il modello attuale. La rivoluzione tecnologica implicita in questo cambio di paradigma potrebbe produrre un
aumento di reddito di 3000 euro annui per nucleo familiare e una crescita del Pil tripla rispetto a quella prevista senza modifiche al sistema economico attuale. Ma soprattutto:
il consumo di materiali primari, grazie all’economia circolare, potrebbe ridursi del 32% entro il 2030 e del 53% entro il 2050. Ciò sia grazie all’ottimizzazione dei processi – che ridurrebbe il consumo di risorse base – sia grazie alla reimmissione dei materiali nel ciclo produttivo e al conseguente abbattimento dell’impiego di materie prime vergini.
Un “treno” da non perdere. Il Forum, dal titolo “
AMBIENTE, ECONOMIA E TERRITORI: FARE RETE AL TEMPO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE”, è promosso dalla Città metropolitana di Bologna e da Edizioni Ambiente, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna e SprecoZero.net, con il patrocinio dell’Università di Bologna e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Sponsor tecnici Materia Rinnovabile e Hill+Knowlton Strategies.
L’economista inglese
Kate Raworth,
secondo The Guardian tra i primi 10 economisti più influenti al mondo, aprirà i lavori illustrando la sua “Teoria della ciambella”, una nuova “teoria dei limiti” che è una
radicale critica ai tradizionali approcci economici, responsabili di non aver saputo prevenire le grandi crisi degli ultimi decenni. “Oggi milioni di persone in tutto il mondo non sono ancora in grado di soddisfare i propri bisogni più essenziali. Anche nei paesi più ricchi del mondo le disuguaglianze sono al livello più alto da 30 anni”, dichiara la Raworth. “
La sfida del XXI secolo è di soddisfare le esigenze di tutta la popolazione terrestre all'interno dei mezzi del pianeta”. Tenere insieme bisogni dell’ambiente e bisogni dell’uomo, dunque, questa la linea che ha dato anche il Ministro Galletti per il prossimo G7Ambiente, ricordando che “quando parliamo di ambiente, come dice il Papa, parliamo delle diseguaglianze che ci sono nel mondo, di spreco di cibo e quindi di povertà e di migrazione”.
“Da Rifiuto a Materia” è uno dei concetti alla base della cultura dell’economia circolare.
Oggi in Europa ben 6 tonnellate di materie prime, delle 16 complessive consumate ogni anno da ogni singolo cittadino dell’Unione, diventano scarti. Di queste 6, metà non vengono nemmeno recuperate e finiscono in discarica. La prima sessione del Forum, moderata dalla giornalista Silvia Zamboni, vedrà le testimonianze di Tommaso Campanile di Conoe, Giovanni Corbetta di Ecopneus, Paola Ficco della rivista “Rifiuti – Bollettino di informazione normativa”, Alessandro Massalin di Officina dell’Ambiente, Roberto Millini di ENI e Giancarlo Morandi di Cobat.
Il quadro è quello di un Paese che sta offrendo casi e modelli di eccellenza all’Europa, in vari settori. Da quello degli olii esausti, di cui in Italia vengono riciclate da Conoe oltre 65mila tonnellate /anno (dato 2016), che possono essere trasformati in biocarburanti di alta qualità nelle bioraffinerie Eni – quella di Venezia, primo esempio al mondo di conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, cioè in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità, e quella che aprirà nel 2018 a Gela, a quello dei Pneumatici Fuori Uso, con 1.400.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (più di due volte la circonferenza terrestre) recuperate in sette anni da Ecopneus e 80.000 tonnellate di granuli e polverini (pari a 8 Torri Eiffel), diventati ogni anno nuove strade, insonorizzanti per edilizia, e superfici sportive. Da quello delle batterie, con la rete di 90 Punti Cobat per servire oltre 80.000 produttori di rifiuto, a quello dei materiali per l’edilizia ottenuti dal trattamento industriale delle scorie generate dalla termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani, la Matrix Family di Officina dell’Ambiente.
Nel panel “La nuova occupazione: ruoli e professioni” si parlerà di
green jobs, considerati il settore più dinamico del mondo del lavoro. Circular Economy, Bioeconomia, Industria del riciclo, Eco-design, sono tutte aree tematiche nelle quali devono infatti crescere competenze e professionalità, che potranno servire alle imprese, alla ricerca, al mondo dell’associazionismo civile, alla pubblica amministrazione, all’università.
Nell’Unione europea i green jobs sono aumentati in 15 anni del 49% rispetto al 6% dell’economia tradizionale. Analogamente, il valore aggiunto lordo dell’economia ambientale nello stesso periodo è passato da 135 a 289 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil del 2,1% rispetto all’1,4% di 15 anni prima
.
Per l’Italia i green jobs possono rappresentare una grande opportunità, ed è per questo motivo che il Ministro dell’Ambiente Galletti ha annunciato, tra gli elementi di novità che emergeranno in occasione del G7Ambiente, anche
un pacchetto fiscale green che preveda un taglio del cuneo fiscale per i green jobs. Ne parleranno, moderati dal giornalista Marco Gisotti, Giuseppe D’Ercole di CISL Ambiente, Franco Fassio dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Fabio Fava dell’Università di Bologna, Stefano Mazzetti di SprecoZero.Net, e Serena Rugiero di CGIL Ambiente. Il pomeriggio sarà aperto da Luca Mercalli, che illustrerà i motivi, concreti, per cui il mondo “deve” andare verso l’economia circolare.
Come? Partendo dalle abitudini di vita di ognuno di noi, come spiegherà Mercalli. Si discuterà del
passaggio da economia verticale a economia di rete, dove il business di successo si basa su un diverso rapporto tra economia e territorio, su reti di impresa, reti di distribuzione, reti di generazione di energia, reti di marketing e di comunicazione. “Recupero solidale” e promozione dell’educazione alimentare per la prevenzione degli sprechi sono i temi di cui parlerà Andrea Segrè di Last Minute Market – FICO; temi rilevanti, se si considera che si stima che
la richiesta di materie prime alimentari potrebbe aumentare fino al 70% nel 2050 e che, nel contempo,
almeno il 60% degli ecosistemi a livello mondiale da cui queste risorse dovrebbero derivare
siano in effetti già degradati o sfruttati in maniera eccessiva. E dei risultati di un sistema “a rete” – tra imprese, Comuni, cittadini – con un alto grado di tecnologie e innovazione, parlerà Valter Facciotto di Conai: pioniere dell’economia circolare, il consorzio, in 20 anni appena celebrati ha riciclato 50 milioni di tonnellate di imballaggi evitando 40 milioni di tonnellate di CO
2.
Ci saranno anche gli interventi di Lucio Cavazzoni di Alce Nero, Giuseppina Gualtieri di TPER, Alessandro Russo di Cap Holding, tutti moderati dal giornalista Emanuele Bompan. Ultima sessione quella dal titolo “Comunicare l’innovazione, fare integrazione”, moderata da Pierluigi Masini, giornalista e Direttore progetti editoriali di Quotidiano Nazionale, con gli interventi di Roberto Cavallo, divulgatore ambientale, Patrizia Cecchi, Direttore Fiere Italia IEG Expo, Enrico Fontana, Direttore di La Nuova Ecologia, Paola Gazzolo, Assessore Ambiente Regione Emilia Romagna, Nicola Monti di Edison group e di Marco Palmieri, AD di Piquadro.
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