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Disponibile la prassi UNI/PdR 147:2023 per la “sostenibilità digitale” delle imprese

Enel, ACI Informatica, Italgas, MM, con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale promuovono il primo standard in Europa per la sostenibilità digitale delle imprese nei processi di innovazione.

Redazione ImpresaGreen

La Fondazione per la Sostenibilità Digitale - la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale, e UNI (Ente Italiano di Normazione), hanno presentato la prassi UNI/PdR 147:2023 in un webinar dal titolo "Sostenibilità Digitale – Requisiti e Indicatori per i Processi di Innovazione".

“La prassi di riferimento UNI è il primo documento sviluppato a livello europeo per la valutazione della Sostenibilità Digitale dei progetti di trasformazione digitale.” – ha affermato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “L'obiettivo principale dell’evento è quello di presentare alle imprese l’impianto complessivo della prassi e di entrare poi più nel dettaglio dei 58 indicatori di prestazione (KPI) che consentono alle organizzazioni di rendere coerenti i propri progetti di trasformazione digitale con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) di Agenda 2030.” – ha continuato Epifani.

La UNI/PdR 147:2023 prende in considerazione undici dei diciassette Sustainable Development Goals (SDG) di Agenda2030 e consta di 58 indicatori (KPI), applicabili a tutte le fasi del ciclo di vita di un progetto: dall’avvio, alla pianificazione, all’esecuzione e al monitoraggio. Gli indicatori possono essere aggregati e valutati secondo i Sustainable Development Goals (SDG) per rappresentare quanto il progetto implementi il digitale nel rispetto dei criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientale di Agenda2030 e, allo stesso tempo, lo usi come strumento per perseguirli al meglio.

Gli indicatori proposti nascono da un’analisi nei differenti ambiti (Architetture, Infrastrutture e Applicazioni) che caratterizzano le scelte sulle tecnologie, gli aspetti organizzativi e i criteri di sviluppo di un progetto di trasformazione digitale.

“La sostenibilità va declinata in tutti i suoi aspetti e la pervasività delle soluzioni digitali – nonché il ruolo della transizione digitale nell’evoluzione socioeconomica del Paese - rende necessaria l’analisi puntuale dei loro impatti. La normazione tecnica volontaria supporta le transizioni green e digitale dando un contributo al perseguimento degli obiettivi ONU 2030 e quindi è ben lieta di mettere a disposizione gli strumenti necessari (in questo caso gratuiti!), realizzati anche con la diretta collaborazione degli stakeholder” afferma Giuseppe Rossi, Presidente UNI.

La prassi è stata redatta da Fondazione per la Sostenibilità Digitale e UNI con il supporto di enti e aziende, tra le quali Enel, ACI Informatica, CISCO, Blu Digit – Italgas, MM, la collaborazione di e con il supporto di Gruppo EHT nello sviluppo di una applicazione web di prossimo rilascio per affiancare gli utenti nell’adozione della Prassi.

“Come Fondazione per la Sostenibilità Digitale siamo ben consapevoli di quale impatto abbiano i processi di trasformazione digitale sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale, poiché sempre più decisioni individuali, organizzative e governative dipendono proprio dall'elaborazione di dati e di algoritmi per misurare le loro prestazioni.” – ha spiegato Salvatore Marras, coordinatore del progetto.

Tecnologie come l'intelligenza artificiale, i big data, l'IoT e altre piattaforme digitali hanno il potenziale di generare benefici significativi per la società e il sistema produttivo ma, proprio per questo, è fondamentale considerare attentamente l'impatto di queste tecnologie e sfruttarle per la transizione ecologica e lo sviluppo sociale sostenibile ed equo.” – ha concluso Marco Barra Caracciolo, Presidente e CEO di Bludigit, società IT del Gruppo Italgas.

Lo scopo della prassi è, anche, quello di andare oltre il principio Do No Significant Harm (DNSH), adottato dalla UE per i piani nazionali di Next Generation Europe, che si limita a richiedere alle organizzazioni di adottare misure appropriate per evitare o minimizzare i danni significativi o irreversibili causati dall’attuazione di loro iniziative. Una gestione responsabile dei progetti di trasformazione digitale che potrebbero avere un impatto significativo sull’ambiente, sull’economia, sulla salute, sulla società e sui diritti umani, dovrebbe necessariamente guardare infatti oltre gli impatti negativi e perseguire un processo di miglioramento continuo.

La UNI/PdR 147:2023 è un documento che stabilisce prescrizioni tecniche e fornisce un primo riferimento volontario su temi non ancora consolidati dalla normativa tecnica. Per ciascun obiettivo di sviluppo sostenibile sono stati specificati obiettivi operativi.
Nella realizzazione della prassi, i project manager svolgono un ruolo chiave nell'assicurare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità digitale e devono possedere le competenze necessarie per coordinare con successo le attività dei progetti in questa direzione. Sono tre i passaggi che un’organizzazione che intende sviluppare un processo di cambiamento deve affrontare:

  • analisi degli impatti di sostenibilità del progetto nei risultati;
  • analisi degli impatti di sostenibilità nei processi;
  • identificazione degli specifici obiettivi di sviluppo sostenibile sui quali impatta il progetto.

Seguendo il modello di sviluppo proposto, i vincoli di tipo ambientale, economico e sociale posti dalla necessità di rispettare criteri di sostenibilità devono diventare opportunità di crescita e di sviluppo, non un mero costo e un freno alla crescita aziendale. In questo processo la digitalizzazione (intesa come impatto dell’IT sui processi) da una parte e la trasformazione digitale (intesa come ridefinizione dello scenario socioeconomico di riferimento indotta dalla pervasività del digitale) dall’altra sono da considerare elementi abilitanti del percorso di cambiamento orientato alla sostenibilità.



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Pubblicato il: 26/09/2023

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