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Osservatorio MECSPE: per il 41% delle imprese automotive, lo stop ai motori termici dal 2035 favorisce i produttori esteri

Osservatorio MECSPE: "Il caro energia fa meno paura, ma cresce il timore per l’inflazione. Mobilità sostenibile: impatto incerto sulla filiera".

Redazione ImpresaGreen

Le imprese manifatturiere che lavorano principalmente per la filiera automotive stanno vivendo un momento favorevole, ma per essere competitive nel lungo periodo devono comprendere e anticipare i cambiamenti del mercato, come l’impatto che avrà sempre più la mobilità sostenibile. Secondo l’osservatorio, presentato durante oggi l’evento inaugurale di MECSPE, la fiera internazionale di riferimento per l'industria manifatturiera organizzata da Senaf (a BolognaFiere fino al 31 marzo 2023), l’80% delle imprese manifatturiere che lavorano per l’automotive ha archiviato il terzo quadrimestre del 2022 con un fatturato in crescita o stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e ben il 79% ha potuto contare su un portafoglio ordini adeguato. A questi si aggiungono un alto livello di soddisfazione relativo all’andamento della propria azienda (positivo per il 72%) e una fiducia generale che vede solo una piccola quota critica (3%).

Allo stesso tempo, però, le imprese che lavorano per il settore automotive si trovano a dover affrontare una delle sfide più importanti per il comparto, ovvero quello della mobilità sostenibile, che inevitabilmente ha e avrà sempre più un impatto su tutta l’industry. A partire dallo stop alla produzione di motori termici dal 2035, che vede critici quasi due terzi degli imprenditori. Questa scelta, infatti, richiederà sforzi importanti e continui sul fronte della dell’attività di ricerca e sviluppo (per il 42%), privilegerà i produttori esteri con più facile accesso alle materie prime (41%) e comporterà una conversione delle linee produttive con costi elevati (37%). Un tema, quello della mobilità sostenibile, quindi sempre più strategico tanto da essere il Cuore Mostra della nuova edizione di MECSPE, dal titolo “Transizione energetica e mobilità del futuro”. Un’area di 2.000 mq sviluppata in collaborazione con diverse aziende e partner tecnologici, per confrontarsi sui temi di mobilità sostenibile e sulle tecnologie che ne favoriranno il progresso.

Ritornando all’Osservatorio, sulla scia dei risultati del 2022, anche le previsioni per il 2023 mostrano uno scenario positivo, ma bisognerà capire come evolveranno alcuni fattori esterni che non dipendono direttamente dalle imprese. Il caro energia fa sicuramente meno paura (15% vs 53% a ott. ‘22), ma aumentano le incognite dovute all’inflazione (la teme il 18%; + 13 p.p. vs ott. ‘22), all’evoluzione della guerra Russia-Ucraina (per il 20%) e all’aumento dei prezzi delle materie prime (17%). Nonostante questo, oltre 8 imprenditori su 10 prevedono di chiudere il 2023 con un fatturato in aumento o stabile, potendo contare su una previsione di crescita del mercato nei prossimi tre anni.

Si tratta di imprese che continuano a puntare sulla crescita (71% lo farà nei prossimi due anni), in termini di aumento dimensionale oppure ampliando la produzione in nuovi settori, o puntando sull’internazionalizzazione. Oltre un quarto sta anche valutando entro i prossimi due anni operazioni di M&A (Mergers&Acquisitions).

Pensando al futuro, cosa devono fare le imprese? Le aziende manifatturiere che lavorano principalmente per l’automotive devono spingere l’acceleratore verso un percorso di trasformazione digitale: un primo passo è stato già fatto, dato che a oggi quasi 7 aziende su 10 dichiarano di aver avuto nell’ultimo anno (mediamente o molto/abbastanza) una crescita digitale, ma bisogna continuare a investire.

Per un “salto” di questa portata servono competenze adeguate e su questo le nostre imprese si dividono: da un lato chi ha già formato o assunto personale con formazione adeguata a fare fronte alla trasformazione 4.0 (63%) e dall’altro chi ritiene di non essere ancora pronto (26%).

Ed è proprio sulla formazione che i Competence Center, istituiti dal MISE con l’obiettivo di supportare le imprese nella rivoluzione in chiave di Industria 4.0, possono fornire un supporto prezioso per la crescita del comparto, anche se ad oggi sono ancora poco sfruttati dalle imprese (solo dal 9%).

Di cosa hanno bisogno gli imprenditori per migliorare i processi di digitalizzazione e il loro livello di competenze? Di risorse e incentivi. Su questo un aiuto arriva dal Piano Nazionale Transizione 4.0 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che prevede crediti d'imposta per stimolare investimenti in beni strumentali, in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, anche nell’ambito green, e in formazione 4.0.

I primi risultati già si vedono: quasi sei imprenditori su dieci (56%) dichiarano di averne già usufruito e quasi 2 su 10 contano di farlo entro il 2023. Guardando all’anno in corso, quasi 4 su 10 pensano di richiedere incentivi per l’acquisto di beni strumentali utili alla trasformazione digitale e il 31% per la formazione 4.0; quasi un terzo, al contrario, non vuole usufruirne.



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Pubblicato il: 29/03/2023

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