Raggiungere la
“Carbon Neutrality” entro il 2050 è l’impegno sancito dalla Cop26 di Glasgow, tenutasi lo scorso novembre. Per ottenere questo obiettivo è necessario attuare una
transizione energetica che attui il passaggio da un mix centrato sui combustibili fossili a uno basato sulle fonti rinnovabili, a basse o a zero emissioni di carbonio. Si tratta di un cambiamento di paradigma che richiede un importante contributo da parte del mondo della ricerca e dell’impresa attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative. Gli scenari dalla transizione energetica sono stati al centro della Conferenza annuale del SiS FVG – Sistema Scientifico e dell’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, organizzata da Area Science Park e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza destina
69,8 miliardi di euro (il 31% del totale delle risorse disponibili) alla
Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. La Missione comprende tre dei programmi flagship, uno dei quali riguarda le energie rinnovabili e la produzione e il trasporto di idrogeno. Proprio la creazione di una nuova filiera dell’idrogeno, è stato il tema centrale della Conferenza di Trieste, che ha visto la partecipazione di esperti dell’
ENEA, del mondo scientifico e universitario triestino e rappresentanti istituzionali del
MUR, del
MAECI, del
MITE e della
Regione Friuli Venezia Giulia.
Per le sue caratteristiche, l’
idrogeno verde, prodotto cioè da energia rinnovabile, potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano nel raggiungimento della neutralità climatica al 2050, come prevede la
Hydrogen Strategy for a climate-neutral Europe, lanciata dalla Commissione europea l’8 luglio 2020, a cui è seguita l’istituzione della
European Clean Hydrogen Alliance, la piattaforma per l’idrogeno dell’Unione Europea che riunisce al suo interno industria, ricerca, istituzioni pubbliche e società civile. L’Italia, seconda nazione manifatturiera d’Europa, ha il potenziale per presidiare tutti i settori della filiera idrogeno: produzione, logistica, trasporto e distribuzione, usi finali nella mobilità, nell’industria e nel residenziale. Già oggi siamo tra i primi due produttori europei di tecnologie termiche e meccaniche e di impianti e componenti di potenziale utilità per l’idrogeno.
Si inquadra bene in questo scenario la “North Adriatic Hydrogen Valley”, il primo progetto transfrontaliero di questo tipo a livello internazionale, nato dall’accordo tra Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Croazia e Slovenia.
La collaborazione contribuirà alla transizione verso un ecosistema energetico integrato che coinvolge i settori dell'energia, dell'industria e dei trasporti. Inoltre, le parti coopereranno su ricerca, innovazione e sviluppo di soluzioni basate sull'idrogeno, come la costruzione di stazioni per il rifornimento e il trasporto di idrogeno e la creazione di catene del valore. Per attuare il piano, sarà istituito un gruppo di lavoro congiunto, coordinato dal vice Direttore di
Area Science Park,
Stephen Taylor, composto da rappresentanti delle istituzioni, dell'industria e della ricerca. L'Hydrogen Valley Transfrontaliera del Nord Adriatico contribuirà sia a rafforzare l'offerta e la domanda regionale di idrogeno, sia ad aiutare la transizione energetica e a sostenere la creazione di posti di lavoro e la decarbonizzazione dell'Europa.
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