Italia nel progetto da 1,5 milioni di euro per l’hub delle ‘biotecnologie blu’
“La Commissione europea stima che la blue economy in Europa occupi quasi 4,5 milioni di persone, generando circa 650 miliardi di euro di fatturato e 176 miliardi di euro in valore aggiunto lordo”, evidenzia Cristian Chiavetta, ricercatore ENEA del Laboratorio di Valorizzazione delle Risorse nei Sistemi Produttivi e Territoriali.
Redazione ImpresaGreen
Italia in prima fila nel progetto europeo che riunisce 10 partner di otto Paesi del
Mediterraneo per dare vita alla prima
‘Blue Biotechnology Community’, un grande hub delle biotecnologie blu per la crescita sostenibile nel Mare Nostrum. Coordinata dall’ENEA, l’iniziativa denominata B-Blue è finanziata con
1,5 milioni di euro ed ha come obiettivo principale la creazione di un meccanismo di governance che consenta di superare la frammentazione del settore delle biotecnologie applicate alle risorse marine nell’area mediterranea e favorire l’accesso all’innovazione sostenibile.
Nell’arco di 22 mesi
B-Blue prevede l’attivazione di laboratori multistakeholder e di una piattaforma digitale per coinvolgere progressivamente oltre 300 organizzazioni tra università, centri di ricerca, istituzioni nazionali e locali e imprese di settore. I laboratori verranno attivati in cinque zone costiere: il golfo di Manfredonia in Italia, il Mar Menor nella Murcia in Spagna, l’area di Tolone in Francia, il golfo di Salonicco in Grecia e quello di Portorose in Slovenia.
Ognuno dei cinque laboratori-pilota sarà impegnato nello sviluppo di soluzioni innovative per ottenere sostanze utili o ad alto valore aggiunto da
spugne, alghe e gusci dei molluschi triturati, ad esempio, per aumentare la resistenza delle uova (e quindi anche la produttività nell’industria avicola). Un altro filone promettente riguarda l’utilizzo di microalghe per la bonifica di siti marini contaminati e per produrre energia.
A
Manfredonia verranno studiati i gusci di molluschi, le spugne e le macroalghe in un'ottica di economia circolare, in Spagna le biotecnologie per la decontaminazione, in Grecia i ricercatori approfondiranno gli aspetti legati alla protezione della proprietà intellettuale nei settori della bioeconomia blu, in Francia i nuovi approcci all’acquacoltura e in Slovenia l’uso delle microalghe e dei microrganismi marini per la produzione di composti bioattivi.
Oltre ad ENEA, al programma partecipano CNR e Regione Puglia, Hamag-Bicro (Croazia), Hellenic Centre for Marine Research (Grecia), National Innovation Agency (Portogallo), National Institute of Biology (Slovenia), Pole Mer Méditerranée (Francia), Science & Technology Park (Montenegro) e Università di Murcia (Spagna).
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