A causa del Coronavirus il commercio mondiale frena, dal grano al riso
Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini: "Gli effetti della pandemia hanno fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dalla produzione agricola per l’alimentazione, l’ambiente e la salute dei cittadini”.
Autore: Redazione ImpresaGreen
"L’emergenza Coronavirus ha sconvolto il mercato agroalimentare mondiale dove si riducono i commerci con fluttuazioni violente dei prezzi e carenze per alcune categorie di prodotto". E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, Wto sul crollo fra il 13% e il 32% degli scambi internazionali nel 2020. Una tempesta che – sottolinea la Coldiretti – investe in pieno le grandi commodities agricole con un numero crescente di Paesi che cerca di garantire prima di tutto l’approvvigionamento della propria popolazione, considerando il cibo un elemento di interesse strategico nazionale come la difesa, la sanità e le comunicazioni. La Russia dopo essere diventata il maggior esportatore del mondo di grano, l’alimento principale dei paesi occidentali, ha deciso – precisa la Coldiretti – di trattenerne parte per uso interno mentre un altro grande esportatore come il Kazakistan ne ha addirittura vietato le esportazioni. A diminuire è anche il commercio mondiale di riso, il cereale più consumato nel mondo, con il Vietnam che – continua la Coldiretti – ha temporaneamente sospeso i nuovi contratti di esportazione mentre in india le consegne per l’estero si sono fermate a seguito delle pesanti conseguenze del lockdown nel paese per affrontare l’emergenza coronavirus. La stagnazione degli scambi commerciali riguarda in realtà molte produzioni agroalimentari a causa delle difficoltà nei trasporti tra Paesi, degli ostacoli e rallentamenti posti alle frontiere ma anche dalle misure di sicurezza applicate in molti Paesi come la chiusura forzata di bar e ristoranti che ha pesato anche – precisa la Coldiretti – su produzioni di pregio come il vino. Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini sottolinea che in uno scenario di questo tipo “l’Italia in futuro potrà trarre beneficio dalla sua tradizione rurale ma occorre invertire la tendenza del passato a sottovalutare il patrimonio agroalimentare nazionale in una situazione in cui l’ultima generazione è stata responsabile della perdita di ¼ delle terre fertile nella Penisola per colpa all’urbanizzazione e all’abbandono forzato”.
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