Carte di credito, badge, gift card, carte fedeltà, smart card... La domanda di "tesserine" in plastica
non dà segni di flessione e se ne studiano continuamente nuovi utilizzi. Ma questo
non fa certo bene all'ambiente. Le card prima o poi vengono smaltite e il
PVC standard, che è da sempre il materiale più utilizzato per la produzione delle card, quando viene incenerito rilascia diossine ed altri organocloruri.
Ora
Partitalia - azienda di Lainate che
produce e commercializza (tra l'altro) smart card, tag e lettori RFID - propone una strada alternativa: il
PVC biodegradabile. Sulla spinta anche di specifici programmi europei. "L’industria europea del PVC - spiega
Luca Del Col Balletto, CEO dell’azienda lainatese - ha aderito al programma decennale Vinyl 2010 e nel 2011 è partito VinylPlus, il nuovo piano di sviluppo sostenibile del PVC, che interessa l’Europa e riunisce circa 200 aziende partner in rappresentanza della filiera".
Questa tendenza evidente del mercato ha spinto Partitalia a intraprendere un
progetto di ricerca e sviluppo sui materiali usati per stampare le card nel suo stabilimento. Il risultato è stato lo sviluppo di un nuovo composto biodegradabile. Che viene osa usato per le nuove produzioni.
La composizione chimica del PVC biodegradabile è caratterizzata da
additivi che ne accelerano la degradazione in ambienti ricchi di microbi. Gli additivi "attivano" i microrganismi normalmente presenti nella spazzatura, che metabolizzano le sostanze di cui è composto il PVC.
Trasformando il polimero in molecole semplici (acqua, anidride carbonica, metano), biomassa e composti inorganici.
Per questo, le card in PVC biodegradabile
si decompongono in tempi più rapidi rispetto al materiale tradizionale, già nella frazione organica. Invece, per quanto riguarda la tecnologia, le performance tecniche non cambiano.