Dopo il Consiglio dei Ministri, anche la Camera ha approvato la
legge "Salva Mare". Prima dell'entrata in vigore è necessaria l'approvazione del Senato, per la quale il ministro dell'Ambiente Sergio Costa auspica "un'approvazione rapida".
Favorisce la
raccolta dei rifiuti in mare e nelle acque aperte, in particolare della
plastica. La legge assimila i
rifiuti raccolti in mare a quelli urbani e prevede il riciclaggio delle plastiche raccolte. I pescatori che raccoglieranno rifiuti potranno conferirli gratuitamente negli appositi centri di raccolta presenti nei porti.
La differenza rispetto ad oggi è sostanziale, perché la legge attuale proibisce ai pescatori di trasportare in porto e smaltire i rifiuti pescati accidentalmente. I pescatori hanno l'obbligo di rigettare in mare la plastica pescata, pena il reato di trasporto illecito di rifiuti.
Con la nuova legge l'azione di raccolta non solo sarà consentita, ma verrà anche premiata. Coloro che agiranno da “spazzini” del mare riceveranno una certificazione ambientale che attesta l’impegno per il rispetto del mare e per la
pesca sostenibile. Allo stesso modo, saranno gestiti i rifiuti raccolti volontariamente (RVR) con campagne per la pulizia di spiagge, mare e acque interne.
Il costo della gestione dei rifiuti così raccolti sarà coperto con una specifica componente della
tassa sui rifiuti. Il costo graverà su tutta la comunità nazionale e sarà inserito nelle
bollette come voce separata dal resto. Il calcolo sarà di responsabilità dell'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA). Si eviterà così che gravi solo sugli operatori ittici e sugli utenti degli scali portuali.
Un'altra novità è l'emendamento che permette la raccolta del
materiale di origine vegetale spiaggiato durante le mareggiate o trasportato dai fiumi. Potrà essere raccolto e riutilizzato, oppure usato come
biomassa per produrre energia. Il Ministro Costa definisce questa legge "un tassello fondamentale per il nostro progetto di
liberare il mare dai rifiuti e dalla plastica".
L'obiettivo annunciato all'epoca dell'approvazione in Consiglio dei Ministri è "contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’
economia circolare”. In particolare, favorisce il recupero dei rifiuti e
incentiva le campagne volontarie di pulizia del mare. Inoltre, contribuisce attivamente al risanamento dell'ecosistema marino e promuove il riciclo dei rifiuti.
Proprio nei giorni scorsi Legambiente ha pubblicato i
dati sui rifiuti galleggianti nel
Mediterraneo. Le analisi e il monitoraggio di Goletta verde hanno permessi di stimare che "oltre il 99% dei rifiuti è costituito da materiali plastici". Nei circa 300 Km di navigazione percorsi fra luglio e agosto è stata registrata "una media di 230 rifiuti per kmq. La percentuale più alta spetta al mar Tirreno (51,5%), seguono l'Adriatico (40,9%) e lo Jonio (7,6%)".