Cresce, lentamente, il Green public procurement in Italia
Legambiente: "Bene l’applicazione degli acquisti verdi per la carta, male per l’edilizia. Ancora lontano l’obiettivo del pieno rispetto dell’obbligo previsto dal Codice degli appalti".
Autore: Redazione ImpresaGreen
Nel corso del Forum Compraverde Buygreen, l’Osservatorio Appalti Verdi (OAV), costituito da Legambiente e la Fondazione Ecosistemi, ha presentato i dati raccolti ed elaborati relativi all’applicazione del Green public procurement (GPP). L’attività si è concentrata su tre diversi ambiti di analisi: a) i Comuni Ricicloni, individuati da Legambiente tra le amministrazioni più impegnate nella raccolta differenziata, uno dei primi anelli nel nuovo modello di economia circolare; b) i Comuni capoluogo, grazie all’attività che sempre Legambiente realizza con il rapporto Ecosistema Urbano sulle performance ambientali delle città più grandi delle regioni italiane, per veicolare messaggi di cambiamento e buone pratiche d’esempio nella sostenibilità; c) gli Enti parco (parchi nazionali, regionali ed aree marine protette) come luoghi d’elezione in cui praticare gli acquisti verdi e promuovere scelte orientate alla lotta al cambiamento climatico e allo sviluppo innovativo, sano e green.
I Comuni che, complessivamente, hanno risposto al questionario sui Comuni Ricicloni 2019 sono 1.806. Tra questi 1.806 Comuni, 734 (il 40,6%) hanno risposto anche alla parte relativa ai Criteri Ambientali Minimi. I risultati evidenziano come la principale difficoltà applicativa risieda nella carenza di formazione del personale, con percentuale comprese tra il 49 e il 55%. Il CAM più adottato è quello relativo alla gestione dei rifiuti (35,4%) seguito da quello della carta i (33,3%). Lo stato di attuazione dei Criteri Ambientali Minimi nei prodotti elettronici è invece significativamente più basso, anche rispetto a quello dei Comuni Capoluogo. (24,4). Gli arredi si attestano al 10,6%. La situazione dell’edilizia è, se possibile, ancora più deficitaria. Al Nord e al Sud dichiarano di non applicare mai i Criteri Ambientali Minimi rispettivamente il 61,4% e il 50,9% delle amministrazioni comunali. Una difficoltà che sembra essere generalizzata nelle diverse aree geografiche del paese, con poche eccezioni. Il secondo focus curato dall’Osservatorio Appalti Verdi è quello relativo ai Comuni capoluogo. Sono 106 i comuni interpellati, di cui solo 88 hanno fornito risposte. Anche in questo caso il primo dato ad emergere è che negli ultimi tre anni solo il 35,2% dei comuni ha formato i dipendenti sul GPP. Interessante è rilevare i dati sull’applicazione dei Criteri ambientali minimi (CAM) nelle gare di appalto. L’unica città che dichiara di applicare sempre i CAM è la città di Bergamo, mentre le città che hanno una percentuale di applicazione tra il 80 e l’99% rispetto ai 15 CAM monitorati sono: Ancona, Ferrara, Modena, Treviso, Udine e Vicenza. Questi comuni rappresentano il 7% dei comuni capoluogo.I criteri minimi maggiormente utilizzati sono quelli relativi all’uso della carta (72,7%), agli strumenti quali uso delle stampanti e toner (58%), nei servizi di pulizia (52,3%). Le percentuali si abbassano notevolmente quando si esamina il tasso di attuazione del CAM sugli arredi per interni (39,8%), sulla ristorazione collettiva (37,5%), sull’illuminazione pubblica (34,1%).Edilizia (19,3%), gestione dei rifiuti (19,3%) e arredo urbano (18,2%) sono i contesti fanalino di coda che chiudono la classifica.
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