I pagamenti digitali inquinano meno delle transazioni in contanti
Paolo Viganò, CSR Manager di Rete Clima: "La dematerializzazione delle attività è una strategia in linea di massima sempre più efficiente in termini ambientali, dal momento che limita l'impronta ambientale generata dai prodotti 'fisici' in tutte le fasi del loro ciclo di vita (produzione, trasporto, scambio e fine vita)".
Autore: Redazione ImpresaGreen
Più facili, più veloci e più sostenibili per l'ambiente: le transazioni cashless con pagamento elettronico tramite carte di debito emettono meno CO2 rispetto alle normali transazioni in contanti. Questo è quanto emerge da due studi olandesi, commissionati dalla De Nederlandsche Bank ed analizzati per SumUp da Rete Clima (ente no profit che promuove azioni di CSR e di sostenibilità per le Organizzazioni), che hanno analizzato l'impatto ambientale dei due diversi sistemi di pagamento in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente che si celebra il 5 giugno. Per quanto riguarda il pagamento in contanti, l'impatto ambientale di ogni transazione è pari a 4,6 g di CO2 equivalenti (CO2e). L'impatto è dovuto in particolare alla fase di produzione delle monete (32%) e a quella operativa (64%), ovvero all'esercizio degli sportelli automatici e al trasporto di monete e banconote (64%). Ogni transazione con carta di debito ha invece un impatto ambientale di 3,78 grammi di CO2e: in pratica, come una lampadina a basso consumo energetico da 8 W lasciata accesa per un'ora e mezza. Ad incidere, in questo caso, sono soprattutto terminali per i pagamenti (75% dell'impatto totale), in particolare per i materiali (37%) e per il consumo di energia (27%). Secondo lo studio olandese, uno dei problemi è legato al fatto che i terminali rimangano accesi h24 e per la maggior parte del giorno in modalità standby, per aggiornare frequentemente il loro software, mentre tra le operazioni che richiedono picchi di energia figurano la lettura della carta, la creazione di un messaggio di autorizzazione e la stampa dello scontrino. L'utilizzo di energia totale medio per transazione per terminale è di 0,23 Wh. Tuttavia, l'impatto delle transazioni cashless potrebbe diminuire fino al 44% mettendo in campo alcune soluzioni, come l'utilizzo di energia rinnovabile per il funzionamento dei POS e dei data center, o l'aumento della durata della vita delle carte di debito da 3,5 a 5 anni. Inoltre, lo studio sottolinea l'importanza della riduzione della modalità standby del 50%, che da sola abbasserebbe l'impronta ambientale delle transazioni con carte di debito dell'11%. Questo sarebbe possibile - suggerisce lo studio olandese - fissando alcuni momenti per l'aggiornamento dei software, permettendo così ai rivenditori di spegnere i POS quando il negozio è chiuso, senza doverli tenere accesi 24 ore al giorno.
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