In Italia 42.500 ettari di bosco distrutti dai cambiamenti climatici
La tempesta Vaiaì ha provocato enormi danni in un'area complessiva di 42.500 ettari di foreste. PEFC Italia chiede alle imprese di utilizzare il legno proveniente da Vaia, sostituendo in parte le importazioni, e ai consumatori di scegliere i prodotti fatti con questo legno.
Autore: Redazione ImpresaGreen
"Sostenere le comunità forestali e le aree interne del NordEst, duramente colpite dai cambiamenti climatici". È questo l'appello che il PEFC Italia lancia in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, che si celebra il 21 marzo. La superficie forestale sta ancora crescendo a seguito dell'abbandono dell'agricoltura nelle aree montane marginali, ma il 2018 è stato un anno terribile per le foreste italiane che hanno subìto il peggior evento atmosferico di sempre: la tempesta Vaia - con piogge e raffiche di vento stimate oltre i 150 km/h - ha provocato enormi danni in un'area complessiva di 42.500 ettari di foreste. Sono 494 i comuni coinvolti - tra Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e marginalmente Lombardia. Si tratta dell'area dove sono concentrate le foreste che producono 2/3 del legno da opera italiano e la stima dei danni prevede che siano stati abbattuti almeno tanti alberi quanti se ne tagliano normalmente in 5-7 anni. Il danno si aggiunge a quelli già fatti negli scorsi anni dai cambiamenti climatici: nel 2016 a causa di gelate tardive, nel 2017 per incendi invernali e moria di vegetazione naturale dovuta alla siccità. "In ogni parte del mondo il 21 marzo si festeggia la Giornata Internazionale delle Foreste e non c'è occasione migliore per ricordare il dramma che stanno vivendo i boschi nel nostro Paese", dichiara Maria Cristina d'Orlando, presidente del PEFC Italia. "Da quasi 5 mesi ormai, 8,5 milioni di m3 cubi di alberi - in un'area dove se ne tagliano meno di 1,5 all'anno - giacciono a terra a causa degli effetti della terribile tempesta Vaia, figlia dei cambiamenti climatici. Mai le nostre foreste avevano subìto un fenomeno distruttivo di tale portata". Il danno è catastrofico per l'economia di tutto il settore: i proprietari pubblici e privati con i boschi distrutti dovranno ora sostenere maggiori costi di taglio ed esbosco del legname, perdita di valore del legno, programmazione da rivedere, costi del ripristino. Anche lavorare in bosco, in queste condizioni, sarà più costoso (+30%) e pericoloso. Infine, per almeno 2-3 anni si dovrà lavorare con volumi di legname straordinari e fare investimenti importanti, in zone dove la viabilità è stata compromessa dalle rovinose piogge associate alla tempesta di vento. "Raccogliendo le sollecitazioni di associazioni e singole persone e per contribuire al ripristino dei danni, PEFC Italia ha sin da subito lanciato il progetto Filiera Solidale, proponendo un logo per il legname proveniente dall'allestimento delle piante abbattute da Vaia che lo accompagnerà fino ai prodotti finali con la tracciabilità attraverso le varie trasformazioni", prosegue d'Orlando. "PEFC chiede alle imprese di utilizzare il legno proveniente da Vaia, sostituendo in parte le importazioni, e ai consumatori di scegliere i prodotti fatti con questo legno: un'azione di solidarietà per il ripristino delle foreste distrutte da parte di tutto il settore del legno e della società civile italiana". Numerose segherie hanno già aderito al progetto di filiera solidale, impegnandosi a comprare il legno delle aree danneggiate al posto di quello di importazione; alcuni imprenditori della trasformazione successiva acquisteranno il legname proveniente dai boschi danneggiati per il fabbisogno dei prossimi anni; e vari soggetti stanno pensando a progetti da realizzare con il legname Vaia, sostenendo e dando visibilità al progetto.
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