Parte la piattaforma “
CambioPulito” (www.cambiopulito.it), promossa dai consorzi di filiera per la gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che gestiscono circa l’85% del totale nazionale – Legambiente, le associazioni di categoria
Confartigianato, CNA, Airp e Federpneus, che hanno dato vita all’
Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia.
“CambioPulito” rappresenta la
prima piattaforma di whistleblowing in Italia per la segnalazione riservata e anonima di situazioni di irregolarità e illegalità – dalla
vendita “in nero” all’evasione del contributo ambientale per il riciclo degli Pneumatici Fuori Uso – lungo un’intera filiera, che raccoglie su tutto il territorio nazionale
oltre 50.000 aziende. Si tratta di uno
strumento innovativo – per la segnalazione di situazioni illecite di cui si viene a conoscenza in base al proprio rapporto di lavoro –
raccomandato a livello nazionale e internazionale e dalla stessa
ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, sviluppato in linea con la vigente normativa in materia, a tutela di quella economia sana e onesta rappresentata dalla maggioranza delle aziende del settore.
Alla piattaforma, gestita da Legambiente,
hanno accesso le aziende che effettuano i servizi per conto dei consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire, i soci Airp e Federpneus e gli
operatori del mercato del ricambio aderenti a Confartigianato e CNA. Attraverso
password di accesso dedicate alle diverse categorie, ciascun operatore ha la possibilità, in forma anonima e sicura, di effettuare una
segnalazione di situazioni di irregolarità e illegalità di cui è stato testimone. Inoltre, il sistema consente di
seguire l’iter di ciascuna segnalazione, presa in carico da Legambiente, che come unico gestore le filtra, le classifica e ne valuta l’attendibilità, con possibilità di richiedere ulteriori informazioni e chiarimenti ed eventualmente arrivare alla segnalazione alle Forze dell’Ordine in casi di particolare evidenza e gravità.
Ogni anno in Italia vengono venduti nel mercato del ricambio circa
32 milioni di pneumatici. Un flusso cui si lega la generazione di pneumatici usati o ricostruibili, che proseguono la propria vita grazie ad aziende specializzate, ma anche circa
350mila tonnellate di Pneumatici Fuori Uso ß, di cui i tre consorzi aderenti al progetto gestiscono circa l’
85% nell’ambito di un sistema senza fine di lucro operante su tutto il territorio nazionale, finanziato attraverso un contributo ambientale versato dagli acquirenti di pneumatici.
Dal 2011 questo sistema nazionale garantisce rintracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi nel mercato nazionale del ricambio; esistono però pratiche scorrette, come la
vendita “in nero” di pneumatici, l’
evasione del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che ne mettono a rischio il corretto funzionamento, con il ripresentarsi del rischio di
abbandoni,
accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori (autofficine, stazioni di servizio, gommisti) e la mancata copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere in fase di prelievo presso gli operatori i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali.
Una situazione che è possibile stimare, su tutto il territorio nazionale, in circa
20/30mila tonnellate di pneumatici immessi illegalmente nel mercato del ricambio, equivalenti al peso di
2/3 milioni di singoli pneumatici per autovettura, che negli ultimi anni è emersa con sempre maggiore evidenza. Un ammanco di contributi ambientali per
12 milioni di Euro ogni anno, che si accompagna a un’evasione IVA stimata in
80 milioni di Euro, a cui vanno aggiunti anche i costi di eventuali interventi per ripulire il territorio dai possibili abbandoni. Questa “montagna” di PFU, pari al peso a pieno carico di 100 treni ad alta velocità, rischia infatti di essere dispersa nell’ambiente, se non si riuscirà a riportare la rotta verso la legalità.