Risparmio energetico, protocollo di Kyoto, corporate social responsibility e immagine aziendale legata all'ambiente; sono alcune delle ragioni che le aziende hanno per avvicinarsi al "green". Tutte ampiamente supportate da vari studi che dimostrano la necessità e l'opportunità di alcune scelte che le aziende devono compiere in materia di "efficientamento" energetico e impatto ambientale. In questo l'ICT è coinvolto su più fronti, come ci spiega
Giovanni Boniardi, Global Technology Services IT Infrastructure Consultant di Ibm. Un primo punto riguarda
l'efficienza e l'impatto dell'ICT stessa. Un secondo aspetto guarda all
'infrastruttura tecnologica a supporto di "un mondo interconnesso e intelligente, fatto di data center ma anche uffici, fabbriche, palazzi, i cui consumi possono essere gestiti e ottimizzati grazie a strumenti distribuiti di energy management", afferma Boniardi che sottolinea: "Spesso riscontriamo che le aziende non hanno consapevolezza di quanto e come stiano consumando".
Infine,
l'ICT comprende anche tecnologie, come la unified communication, la videocomunicazione o la gestione elettronica dei documenti che hanno come primo obiettivo l'efficienza operativa, ma che comunque consentono di ridurre l'impatto ecologico di un'azienda. [tit:Costruire un data Center]Concentrandosi sulla costruzione di un Green Data Center ci sono da considerare quattro aree:
l'efficienza energetica dell'intera struttura che costituisce il data center, comprendendo quindi anche tutte le facility, tipicamente di power e cooling;
i consumi della tecnologia IT, laddove macchine di ultima generazione sono molto più efficienti rispetto a soli 4 o 5 anni fa;
l'efficienza di queste stesse macchine in termini di sfruttamento della capacità elaborativa; monitoraggio, controllo e gestione del consumo integrati nelle console di management ormai consolidate all'interno degli operation center.
«Questi ambiti fanno parte di un processo che parte con una fase di "diagnostica" tesa a identificare i consumi. Sulla base di questa s'identificano gli interventi che possono dare i maggiori ritorni di efficienza complessivamente», precisa Boniardi che fa un esempio. Si osserva un problema di raffreddamento che, affrontato singolarmente, porta alla sostituzione dell'impianto di cooling. Una visione olistica mostra magari che ci sono macchine lasciate accese per essere usate due volte l'anno e che basta spegnerle per risolvere il problema.
La diagnostica proposta da Ibm, sottolinea Boniardi «getta un ponte tra il mondo delle facility e l'IT e permette di misurare il bilancio energetico di tutte le componenti presenti nel data center, in modo da comprendere dove sono le inefficienze e i margini di miglioramento. Poi si potrà intervenire con tecnologie e soluzioni, a seconda delle esigenze, per esempio con la virtualizzazione o il consolidamento per ottimizzare lo sfruttamento delle risorse e ridurre il numero di server, che significa meno spazio, energia e necessità di refrigerazione».
I servizi e le soluzioni che Ibm può fornire coprono l'intero processo per la costruzione di un green data center. Per quanto riguarda le facility, in particolare, si parte con un servizio di valutazione della gestione dell'energia (energy management assessment) al fine di disegnare una mappa ed evidenziare quali interventi possano essere condotti per migliorare l'efficienza di raffreddamento in diverse situazioni. Fino a varie soluzioni basate sulla modularità delle infrastrutture per arrivare al Portable Data Center. Questo, all'interno di un container prefabbricato, fornisce una soluzione ottimizzata, nella quale si possono inserire anche sistemi di terze parti.
[tit:E sul fronte dell'ICT?]Ancora più ampio è l'impegno sul fronte dell'ICT.
Ibm fornisce numerose soluzioni ad hoc in tutti i sistemi, per esempio, il processore Power può regolare il consumo, i blade gestire le ventole e così via varie tecnologie consentono di bilanciare la potenza con il carico in base a regole piuttosto flessibili. Inoltre,
su ogni sistema è disponibile una soluzione di virtualizzazione per il consolidamento dei sistemi. La stessa è ovviamente il motore per sfruttare al massimo le macchine: "
I nostri studi di server consolidation efficiency analizzano il ROI degli interventi considerando aspetti tecnici e attributi di business delle macchine oltre che la tipologia del carico. Se si valuta che il costo d'acquisto di un server x86 è equiparabile al consumo dello stesso server nei tre anni tipici di ammortamento, si comprende quanto sia importante giustificare un percorso di trasformazione dell'IT sia dal punto di visto tecnico sia economico", spiega Boniardi.
Naturalmente i
Global Technologies Service di Ibm supportano le imprese anche nelle fasi realizzative, ma un forte elemento di distinzione è rappresentato dal
software per l'energy efficiency. In particolare,
Ibm Active Energy Manager è lo strumento maturo per la raccolta dei dati relativi agli aspetti energetici, che consentono di misurare precisi indicatori, interfacciandosi anche con terze parti. Questo e altri s'integrano poi con piattaforme di gestione consolidate.
Soprattutto
Ibm Tivoli Monitoring for Energy Management permette di orchestrare sistemi di power e cooling, risorse IT e altri strumenti per massimizzare l'efficienza energetica, per esempio spostando, quando di notte il carico è inferiore, le virtual machine su un numero ridotto di server, spegnendo quelle inutilizzate e regolando di conseguenza i sistemi di refrigerazione.
Boniardi conclude evidenziando l'approccio di Ibm integrato e puntuale su ognuno dei quattro ambiti prima identificati: «La capacità di visione a 360 gradi su tutte le tematiche del data center ci distingue. Perché siamo i soli, per storia, dimensioni e ampiezza dell'offerta, a poter proporre soluzioni e interventi per l'efficienza delle facility, della tecnologia IT e del suo sfruttamento ottimale, spingendoci sino alla gestione del tutto dal punto vista energetico. Affrontando il tutto in una logica ciclica che risponde alla dinamicità degli ambienti».