Qualsiasi impresa, grande o piccola che sia, produce una quantità importante di rifiuti che, per legge, vanno smaltiti in maniera opportuna. È
una incombenza che viene spesso sottovalutata dalle imprese stesse, perché smaltire correttamente i rifiuti non significa solo fare in modo di ridurre l'impatto ambientale d'impresa - elemento che rimanda anche ai temi della compliance ESG, comunque importanti - ma anche, e in particolare, di farlo in modo tracciabile.
In questo ambito le normative sono stringenti, perché la tracciabilità dei rifiuti di ogni singolo "produttore"
è un passo essenziale per garantire la sostenibilità di tutto il sistema nazionale di gestione dei rifiuti stessi. Sistema che ha un "volume" di lavoro da affrontare notevole: secondo le stime più recenti di Ispra, ad esempio, in Italia si producono ogni anno circa 161 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui circa una decina sono rifiuti speciali pericolosi.
Tutto questo volume di rifiuti
va gestito in maniera corretta, tracciabile e possibilmente fluida. Con un sistema che idealmente funzioni bene per tutti, pur considerando che ogni ambito ha le sue specificità: tutte le imprese producono rifiuti, non tutte però allo stesso modo. Ad esempio, in Italia - sempre secondo Ispra - è il settore manifatturiero ad incidere maggiormente sulla produzione dei rifiuti pericolosi, "cubando" per circa 3,7 milioni di tonnellate l'anno.
In passato la gestione dei rifiuti in Italia non ha funzionato come avrebbe dovuto, pur avendo passato quasi 15 anni fa la sua prima fase di digitalizzazione con la nascita dell'ormai abbandonato sistema SISTRI. Per affrontare le storiche inefficienze di sistema, e sulla spinta di una attenzione al tema ambientale certamente maggiore,
è stato sviluppato il RENTRI (Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti).
In estrema sintesi, il RENTRI nasce per tracciare centralmente - è un archivio gestito direttamente dal Ministero dell'Ambiente -
tutte le movimentazioni e gli smaltimenti di rifiuti avviati dalle imprese che li producono e svolte poi dagli operatori titolati ad occuparsene. Tutta la modulistica e la documentazione cartacea associata alla gestione dei rifiuti viene sostituita da procedure e moduli digitali, per registrare - e quindi avere la possibilità di tracciare facilmente - tutti i dati relativi.
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Il principale obiettivo del RENTRI è
avere la maggior trasparenza possibile nelle operazioni di smaltimento rifiuti. Cosa che, a ben guardare, è anche uno degli obiettivi principali di qualsiasi Trasformazione Digitale efficace: convertire in forma digitale processi anche complicati, che coinvolgono diversi operatori, serve proprio a semplificarli e a rendere poi precisamente identificabile ogni loro passaggio. Un bell'aiuto per le imprese, nel caso dello smaltimento rifiuti, perché la digitalizzaziona aiuta a dimostrare facilmente la propria compliance.
Bisogna prepararsi (e in fretta)
Tutto bene, quindi, per il RENTRI?
Per il sistema forse sì, per le aziende che devono farne parte... un po' meno. Innanzitutto la platea delle realtà che saranno obbligate ad iscriversi a RENTRI (produttori di rifiuti industriali, trasportatori, gestori di impianti, intermediari, gestori dei servizi di igiene urbana...) si è, con le nuove normative, ampliata sensibilmente.
In secondo luogo,
il tempo a disposizione per prepaparsi a RENTRI è ormai poco. Dal prossimo 15 dicembre 2024 al 15 febbraio 2025 dovranno iscriversi a RENTRI le imprese e gli enti con più̀ di 50 dipendenti. Dal 15 giugno 2025 ed entro i 60 giorni successivi la soglia si abbassa a 10 dipendenti. Dal 15 dicembre 2025 al 15 febbraio 2026 tocca a tutti gli altri.
E attenzione: iscriversi a RENTRI di per sé non basta,
bisogna anche scegliere il software aziendale attraverso cui scambiare dati con il Registro, ossia gestire materialmente le informazioni legate al proprio smaltimento rifiuti. In questo senso il Ministero dell'Ambiente non ha imposto un suo software specifico, lasciando alle imprese libertà di scelta. Un vantaggio, certamente, ma anche un problema in più: bisogna scegliere un applicativo, e sceglierlo bene.
Il ritratto del software ideale
Idealmente, un "buon" software per RENTRI
dovrebbe seguirne le logiche ed essere improntato alla massima semplicità. TeamSystem Waste è stato pensato con questa impostazione, facendo anche leva sulla ampia esperienza di TeamSystem nel settore. TS Waste integra innanzitutto le varie funzioni che servono a gestire in autonomia tutta la movimentazione ambientale. In più, l'esperienza "gestionale" di TeamSystem ha portato allo sviluppo di
una piattaforma aperta, capace di condividere dati con le altre entità coinvolte nel processo - fornitori, intermediari, trasportatori e consulenti - riducendo il carico di lavoro manuale e minimizzando gli errori.
Lato
semplicità d'uso, TeamSystem ha lavorato per rendere l'interfaccia di TS Waste immediata, capace di guidare l'utente nel completamento dei vari passi operativi necessari e che permette di consultare velocemente tutte le informazioni gestite. Inoltre, la piattaforma è personalizzabile in base alle esigenze della singola azienda e TeamSystem offre una ampia gamma di servizi di supporto tecnico.
Ampia libertà di scelta
anche per il modo in cui fruire di TS Waste: l'applicativo è disponibile in modalità SaaS ed è multipiattaforma, gli operatori sul campo - come i trasportatori di rifiuti - hanno anche a disposizione una App mobile tramite cui indicare la presa in carico del singolo trasporto, la durata del viaggio e i dati di conferimento.