Nestlé Italia: al via Live-haze, per la circolarità nella filiera della nocciola
Al via la sperimentazione per l’utilizzo degli scarti agroalimentari di questo frutto per l’alimentazione animale. Con la collaborazione di cinque Università italiane, prosegue l’impegno di Nestlé per supportare l’economia circolare e l’innovazione.
Autore: Redazione ImpresaGreen
Il Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale “Live-Haze”, finanziato da fondi PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha come obiettivo la riduzione e la valorizzazione degli scarti agroindustriali e il loro impiego nei mangimi per gli animali in ottica di economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare.
Oltre alle diverse aziende del comparto, l’iniziativa vede l’importante partecipazione di un team di ricercatori di cinque Atenei italiani: Università di Torino (Principal Investigator del progetto Prof. Claudio Forte), Università di Catania (responsabile di Unità: Prof. Alessandro Priolo), Università degli Studi di Milano (responsabile di Unità: Prof. Davide Pravettoni), Università degli Studi di Perugia (responsabile di Unità: Prof. Massimo Trabalza Marinucci) e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (responsabile di Unità: Prof. Domenico Pietro Lo Fiego).
Le cuticole di nocciola solitamente vengono separate dal frutto durante la fase di tostatura e gestite come scarti. Il loro utilizzo nell’alimentazione per gli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al contempo, rappresenta una valida soluzione per contribuire a ridurre gli sprechi a tutti i livelli della filiera, incentivando pratiche di economia circolare.
Il progetto di ricerca si articola in diverse fasi: parte dalla caratterizzazione delle cuticole di nocciola e dalla creazione di un estratto green di polifenoli per poi passare alle prove in vivo. Dopo aver studiato gli effetti in vivo sull’ossidazione, il microbiota, le prestazioni e su altri fattori, si procede all’analisi dei derivati, ovvero carne e latte. Contemporaneamente viene condotta un’indagine sugli impatti di questa idea circolare valutando l’accettabilità sociale e di sostenibilità ambientale, guidata dal Prof. Simone Blanc di UniTo, mediante il coinvolgimento di consumatori e delle aziende che aderiscono al progetto.
Nestlé da anni si impegna per la sostenibilità del business, lavorando su diversi fronti per accelerare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050, migliorare la riciclabilità e il riutilizzo del packaging dei propri prodotti e adottare nuovi modelli di economia circolare.
Per il progetto “Live-Haze” metterà a disposizione gli scarti di produzione delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG).
“Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto al 100% italiano e di condividere le nostre conoscenze con le Università aderenti al progetto. Dare nuova vita a un piccolo scarto può contribuire a rendere la nostra filiera sempre più sostenibile e un modello di economia circolare da esportare, insegnandoci quanto niente possa essere davvero considerato un rifiuto, bensì una preziosa risorsa” - ha dichiarato Marta Schiraldi, Head of Sustainability Nestlé Italia – “Come azienda che opera nel settore agroalimentare abbiamo la responsabilità di trovare soluzioni per limitare gli sprechi e ridurre l’impatto delle nostre produzioni. Siamo certi però che lavorare da soli non basti, ma che la collaborazione con altre imprese, start up e Università sia fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuove pratiche e tecnologie e raggiungere risultati sempre più significativi”.
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