Dal Nepal al Brasile, lidroelettrico di Troyer accelera ancora
Fondata nel 1934, Troyer vanta un'esperienza nella produzione e commercializzazione di impianti per centrali idroelettriche sia sul mercato italiano che estero.
Autore: Redazione ImpresaGreen
Nuove commesse internazionali per decine di milioni di euro, la chiusura dell’esercizio finanziario che andrà a segnare un più 50% rispetto al fatturato del 2022, una decisa spinta sulle assunzioni che nei primi mesi dell’anno porterà a far crescere il numero dei collaboratori di quasi un quarto rispetto agli attuali. Il primo anno all’interno del gruppo HTI si chiude per Troyer con importanti risultati ma ancor più significative sono le prospettive per il 2024. Stagione che vedrà l’azienda altoatesina consolidarsi ulteriormente tra le imprese più solide del settore idroelettrico su scala mondiale. Fondata nel 1934, Troyer vanta infatti una evidente esperienza nella produzione e commercializzazione di impianti per centrali idroelettriche sia sul mercato italiano che estero.
«La nostra sempre più elevata tecnologia, che nel corso dei novant’anni di vita ci ha permesso di conquistare un ruolo importante nel mercato dell’idroelettrico, e la recente consapevolezza di far parte di un gruppo importante come HTI ci permetteranno di chiudere il 2023 con numeri importanti – commentano i vertici dell’azienda – ma soprattutto di guardare con ottimismo al domani. Un futuro in cui l’energia pulita sarà ancor di più al centro delle attenzioni del pianeta e in cui Troyer continuerà ad essere uno dei player di riferimento del settore».
L’anno che sta per concludersi, il primo all’interno del gruppo HTI divenuto azionista di maggioranza dal febbraio scorso, vedrà il fatturato di Troyer superare quota 30 milioni di euro, registrando un notevole incremento rispetto alla stagione precedente (+50%) e mettendo le basi per un ulteriore sviluppo nel 2024 in cui l’azienda altoatesina, proprio per garantire la produttività in aumento, vedrà crescere di quasi un quarto i propri collaboratori, aprendo ad almeno 25 nuove posizioni.
Se i mercati di riferimento continuano ad essere quelli classici dell’arco alpino (Nord Italia, Austria e Svizzera) in cui, negli anni, sono stati costruiti e messi in servizio centinaia di impianti idroelettrici – gli ultimi italiani in corso di realizzazione sul fiume Brembo -, Troyer si è recentemente aggiudicata numerosi incarichi internazionali che hanno allargato ulteriormente l’orizzonte di business dell’impresa vipitenese. Tra i mercati più rilevanti troviamo il Nepal, territorio in cui sta per entrare in funzione la centrale idroelettrica di Super Chepe da 9,05 MW di potenza installata, e da cui sono giunte altre otto commesse per un giro d’affari complessivo di 39 milioni di euro. Altro mercato emergente è quello del Brasile in cui Troyer realizzerà due impianti.
Dai grandi fiumi del Brasile ai ghiacci della Norvegia, sempre nel segno della natura incontaminata. Una delle sfide più belle che ha visto impegnata di recente l’azienda altoatesina è infatti rappresentata dalla realizzazione e dalla messa in servizio delle turbine nelle centrali idroelettriche norvegesi nella remota Russvik, a pochi passi dalle celebri isole Lofoten, mentre è imminente l’ultimazione della centrale di Hjertvatn. Nuovo territorio di sviluppo per Troyer è poi quello della Georgia. A Bakvhi infatti l’impresa vipitenese si è aggiudicata la commessa di tre centrali idroelettriche a cascata sul fiume Bakhvistskali per un valore complessivo di 12 milioni di euro (messa in servizio tra la fine del 2024 e la fine del 25). Infine un record, quello della valvola a sfera dell’impianto scozzese di Kilchrenan, la più grande mai realizzata nella storia di Troyer: due metri di altezza e 30 tonnellate di peso.
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