Un nuovo studio di
IBM rivela che la sostenibilità è un aspetto sempre più importante nelle agende di tutte le aziende e i CEO la riconoscono come un imperativo e motore di crescita. Ma mentre affrontano pressioni da parte dei consigli di amministrazione e degli investitori, la mancanza di dati affidabili ostacola la loro capacità di agire.
Lo studio, dal titolo
Own your path: Practical pathways to transformational sustainability, che ha coinvolto più di 3.000 amministratori delegati in tutto il mondo – di cui 90 in Italia – ha messo in luce che quasi la metà degli intervistati considera la sostenibilità una priorità assoluta per la sua organizzazione, dato in aumento del 37% rispetto al 2021. Tuttavia, più della metà (51%) cita la sostenibilità come una delle sue più grandi sfide nei prossimi due o tre anni e evidenzia come principali ostacoli la mancanza di dati, un ROI poco chiaro e alcune barriere tecnologiche. Mentre il 95% dei CEO riferisce di essere almeno in una fase pilota, solo un quarto (23%) afferma di implementare strategie di sostenibilità in tutta l’organizzazione.
Alcuni dei risultati più importanti dello studio:
I CEO credono che la sostenibilità possa aiutare a migliorare le prestazioni aziendali
Quasi la metà (48%) afferma che nei prossimi due o tre anni l’aumento di pratiche che indirizzino la sostenibilità sia una delle priorità per la propria azienda, rispetto a circa un terzo dei rispondenti del 2021.
Quasi il 70% dei CEO dice di essere parte attiva nella definizione della strategia di sostenibilità.
Più dell’80% crede che gli investimenti in sostenibilità riusciranno a produrre migliori risultati aziendali nei prossimi cinque anni, e quasi la metà (45%) pensa che la sostenibilità serva per accelerare la crescita.
La pressione da parte degli stakeholder aumenta, ma la mancanza di dati e le barriere tecnologiche creano ostacoli
Più della metà (51%) dei CEO dichiara che la sostenibilità è però una sfida, rispetto al 32% del 2021, più della regolamentazione (50%), del rischio informatico (45%), delle infrastrutture tecnologiche (41%) o delle interruzioni nelle supply chain (38%).
La pressione arriva da parte del consiglio di amministrazione (72%), seguito dagli investitori (57%), dai partner dell’ecosistema (49%), dai regolatori (49%) e dai governi (46%).
Quasi il 60% degli intervistati indica ROI e benefici economici poco chiari tra i principali ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, seguiti da mancanza di analisi dei dati (44%) e da barriere normative.
Il 35% dei partecipanti indica poi tra gli ostacoli anche alcune barriere tecnologiche.
I CEO iniziano a mettere in atto alcune pratiche, sebbene non stiano integrando le strategie di sostenibilità in tutta l'azienda
Gli intervistati indicano che l'investimento in sostenibilità è più che raddoppiato in termini percentuali rispetto alle entrate negli ultimi cinque anni.
Quasi due terzi (64%) dei CEO sono fiduciosi di poter raggiungere i propri obiettivi legati alla sostenibilità, e solo il 20% ritiene che quelli previsti dal governo per il loro settore di appartenenza non siano raggiungibili.
In Italia, la sostenibilità crea sfide e aumenta la pressione da parte degli stakeholder
Anche più della metà (57%) dei CEO italiani afferma che la sostenibilità è una delle sue più grandi sfide, rispetto al 29% del 2021, e sente la pressione più forte da parte del consiglio di amministrazione (79%) e dagli investitori (67%).
La maggior parte (63%) riconosce la responsabilità dell'impatto che hanno le aziende sull’ambiente, e dichiara che la loro azienda ha completato alcuni (48%) o tutti gli aspetti (32%) della propria strategia di sostenibilità.