Google Cloud: strumenti per lIT sostenibile

Google Cloud mette in campo alcuni componenti che aiutano a stimare e ridurre l'impatto ambientale della propria IT

Autore: Redazione ImpresaGreen

Da tempo Google Cloud ha preso decisioni importanti per aumentare la propria sostenibilità ambientale. Non tutte le aziende hanno però le competenze tecniche e le risorse di Google quando devono definire le proprie strategie per la decarbonizzazione. Big G ha quindi pensato bene di sfruttare la propria esperienza per confezionare alcuni servizi utili a chi vuole ridurre l'impatto ambientale delle proprie infrastrutture IT. Partendo ovviamente da quelle collocate proprio nella "nuvola" di Google Cloud.

Il primo e più immediato servizio è stato battezzato Carbon Footprint. Si tratta di un nuovo strumento che tutti i clienti di Google Cloud trovano ora nella loro Cloud Console, gratuitamente. Dà una stima delle emissioni lorde di CO2 generate dai workload eseguiti in cloud, stima che può essere utile all'azienda utente per verificare come varia l'impatto ambientale delle sue attività nel tempo. E, idealmente, in funzione degli obiettivi di sostenibilità che ciascuna azienda si è data. La stima è per le emissioni lorde: quelle nette sono nulle per come Google Cloud ha organizzato i suoi approvvigionamenti di energia.

Google Cloud ha anche potenziato in ottica di sostenibilità uno strumento per l'ottimizzazione delle risorse cloud che le aziende già avevano a disposizione: Active Assist Recommender. È un tool che, grazie a funzioni di machine learning, dà indicazioni su come migliorare la configurazione e l'utilizzo delle proprie risorse in cloud. Ora Active Assist Recommender "ragionerà" tenendo conto anche della sostenibilità delle operazioni in cloud.
Il primo componente ad adottare questo approccio è Unattended Project Recommender: identifica i progetti che molto probabilmente non sono più in corso perché generano pochissima o nulla attività in cloud, indicando che risparmi in emissioni lorde di CO2 si avrebbero chiudendoli ufficialmente. Secondo Google Cloud, solo nello scorso agosto questa funzione ha identificato, globalmente su tutti i clienti della nuvola Google, 600 tonnellate di CO2 equivalenti associate a risorse cloud di fatto inattive. E quindi eliminabili.

Per aiutare le aziende ad essere più sostenibili, viene messo in campo anche il Google Earth Engine. Google Earth non è strettamente uno strumento aziendale, ma ora Google Cloud lo mette a disposizione di (alcuni) clienti perché venga usato come strumento preventivo. L'idea è che attraverso Google Earth le aziende possano tracciare, monitorare e prevedere i cambiamenti della superficie terrestre dovuti in particolare ad eventi meteorologici estremi. In base a queste informazioni, diventa possibile prendere decisioni utili a mitigare i rischi pratici che derivano dall'emergenza climatica.

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