Per supportare la ripresa dell’Italia occorre puntare sul sistema delle costruzioni. Gli
investimenti previsti dal
PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato poche settimane fa, hanno rimesso l’edilizia pubblica al centro della vita economia del Paese. E con il
Superbonus 110%, anche l’edilizia privata sta vivendo una stagione di rinascita, spinta dalla ripresa del mercato immobiliare residenziale (le compravendite sono aumentate del +17% nel I trim. 2021 rispetto al I trim. 2019).
Secondo la fotografia di
SAIE Bari, la principale
fiera delle costruzioni in Italia (dal
7 al
9 ottobre 2021 presso la
Nuova Fiera del Levante di Bari)
, sulla base dei dati elaborati dall’ANCE, dei 222 miliardi di euro di investimenti del PNRR, quasi metà (48%) riguardano il settore delle costruzioni. Parliamo di
107,7 miliardi destinati interamente all’edilizia per accompagnare l’Italia verso la
rivoluzione verde e digitale delle infrastrutture. Allo stesso tempo, si fanno sentire gli effetti del
Superbonus 110%, grazie agli oltre 24 mila interventi effettuati al 1° luglio per un valore totale di quasi 3,5 miliardi di euro (+39,7% rispetto a maggio).
SAIE Bari, sostenuta attivamente da ANCE e da oltre 40 associazioni del settore, è la manifestazione di riferimento per l’intera filiera delle costruzioni: evento essenziale per conoscere, mostrare, fare networking e superare le difficoltà che ne hanno ostacolato la crescita.
PNRR: efficienza energetica, edilizia scolastica, alta velocità. L’edilizia al centro del piano
Partiamo dall’analisi dei fondi previsti dal PNRR per l’edilizia. Ammontano, quindi, a
107,7 miliardi di euro gli investimenti che interessano il settore, di cui
63,5 miliardi che riguardano nuovi interventi. Si tratta, appunto, di circa la metà (48%) dell’intero piano, come
nessuno tra i maggiori paesi europei. Basti pensare che Francia e Germania hanno destinato risorse pari al 21% e al 23% dei rispettivi piani. Nel periodo 2021-2026 si prevede poi che il PNRR possa determinare per il comparto
costruzioni una
crescita di 3,3 punti percentuali: nessun altro settore godrà di un effetto positivo così forte.
Ma quali sono gli interventi previsti? Riguardano soprattutto
l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici (29,55 miliardi di euro) e
l’alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0 (28,3 miliardi di euro). Ma, tra gli altri, ci sono anche fondi per la
digitalizzazione, la
sicurezza sismica e l’
edilizia scolastica (con, ad esempio, il “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica” e il “Piano asili nido e scuole dell’infanzia”).
L’alta velocità ferroviaria merita un discorso a parte. Verranno migliorate le infrastrutture che collegano il
Nord con il resto d’Europa (la Brescia-Verona-Vicenza, la Liguria-Alpi e la Verona-Brennero) e quelle del
Sud (la Napoli-Bari, la Palermo-Catania-Messina e la Salerno-Reggio Calabria). Tutti questi lavori verranno ultimati entro il secondo trimestre 2026 e avranno un impatto diretto sul territorio e sulla vita dei cittadini.
Superbonus 110%: crescono gli interventi. Bene Lombardia, Veneto, Lazio e Sud. Ora serve la proroga
Il Superbonus 110% rappresenta un successo per due motivi: ha contribuito a rilanciare la filiera edile, che veniva da un periodo complicato, e sta aiutando il Paese a raggiungere gli obiettivi di sicurezza sismica e di efficienza energetica. La misura ha riscosso grande partecipazione: secondo i dati Enea-Mise, al 1 luglio 2021, risultano
24.503 interventi legati al Superbonus per un valore di quasi €3,5 miliardi. Rispetto al monitoraggio di maggio emerge inoltre un
aumento del +32% in termini di numero e del +39,7% nell’importo. Tra le regioni spicca la
Lombardia (con 3.293 interventi per un valore di €507 mln), seguita dal
Veneto (3.111; €353 mln) e dal
Lazio (2.383; €310 mln). Buone le performance delle quattro regioni meridionali più popolose:
Sicilia, Puglia, Campania e Calabria, tutte nella top10. L’elaborazione ANCE su dati Enea ci restituisce la fotografia di un incentivo che piace sia quando si tratta di interventi su
edifici condominiali - che determinano il 43% circa del valore degli interventi e che sono caratterizzati da un importo medio che supera i 500mila euro – sia quando si tratta di
edifici unifamiliari (35%) che di
unità immobiliari indipendenti (22%).