L’indicazione arriva da SAP, che ha promosso una ricerca realizzata a livello globale: i cambiamenti climatici, lo sfruttamento delle risorse, l’inquinamento atmosferico, i rifiuti solidi e la disponibilità di materie prime, sono state le principali priorità di investimento per affrontare problemi in ambito ambientale secondo i responsabili aziendali intervistati.
Ma l’attuazione e il ridimensionamento dei piani d’azione hanno rappresentato ostacoli che molti manager si sono trovati a gestire.
Discusso durante il
SAP Sustainability Summit, evento virtuale svoltosi il 28 e 29 aprile, lo studio “Improving the Environment at Planetary Scale: A Survey of Business Drivers and Actions”, condotto per analizzare le azioni che le imprese stanno compiendo per migliorare l’ambiente e le sfide da affrontare, e il summit ha costituito un’occasione per verificare c
ome le aziende stanno riducendo il loro impatto ambientale e gestendo in modo produttivo risorse limitate, indirizzando e rendicontando le loro attività in modo olistico.
Sulla base delle risposte di
oltre 7.400 responsabili aziendali di 19 Paesi tra cui l’Italia e 16 settori, l’analisi ha anche rilevato tra l’altro che la ragione di fondo che spinge un’azienda a investire in progetti per la tutela dell’ambiente per il 29% degli intervistati risiede nelle normative che regolano il proprio settore, per
il 27% nella crescente approvazione del mercato verso il proprio brand e infine per il 26% del campione nei rischi sulla reputazione aziendale, in caso di immobilismo.
Non solo: alla domanda “quali forze motivano la tua azienda ad agire per migliorare l’ambiente” la prima risposta è stata
l’impegno dei CEO e dei consigli di amministrazione, la seconda i regolamenti governativi. E la terza, subito a ridosso,
i ricavi e la crescita dei profitti, a dimostrazione che le azioni ambientali sono influenzate da pressioni sia interne sia esterne.
Inoltre,
l’incertezza su come integrare la sostenibilità nei processi aziendali e nei sistemi IT è vista come il più grande ostacolo all’implementazione dei piani d’azione per il 35% del campione. L’allineamento delle attività proposte con la strategia di business è al secondo posto (34%), seguito dalla difficoltà di dimostrare il ritorno sugli investimenti (33%). Infine, da notare che
solo il 21% dei rispondenti ha dichiarato di essere completamente soddisfatto della qualità dei dati a sua disposizione per valutare i problemi ambientali. La ragione principale di insoddisfazione è dovuta alla mancanza di fiducia nei dati, che possono essere incompleti e non coprire l’ambito richiesto.
“I risultati dello studio mostrano che l’83% delle aziende non crede che in questo momento gli impatti ambientali siano rilevanti per il loro business Le imprese devono capire che le questioni ambientali sono importanti proprio ora. Con una percentuale crescente di consumatori sempre più sensibili ai valori e ai comportamenti etici delle aziende da cui acquistano, abbiamo quindi l’importante responsabilità di aiutare le organizzazioni a comprendere meglio gli impatti della crisi climatica sul loro business, a superare le barriere messe in evidenza dalla nostra ricerca ed infine ad accelerare il passo per avviare azioni a difesa del clima”, ha sottolineato
Daniel Schmid,
Chief Sustainability Officer di SAP.