McDonald’s verso un’economia circolare e uno sviluppo sostenibile
Negli ultimi due anni 988 tonnellate di plastica e più di 4.700 tonnellate di carta vergine risparmiate. Entro il 2021, 200 nuovi punti di ricarica per la mobilità elettrica.
Autore: Redazione ImpresaGreen
McDonald’s ha risparmiato 988 tonnellate di plastica dal 2018 e più di 4.700 tonnellate di carta vergine tra il 2017 e il 2019; sta contribuendo inoltre a evitare la produzione di più di 1.800 tonnellate annue di CO2, grazie alla rete di punti ricarica per auto elettriche installate presso i ristoranti. Continua così a crescere l’impegno di McDonald’s per promuovere e implementare progetti e atteggiamenti virtuosi in materia di sostenibilità. Questo è quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Istituto Althesys, “Condividere Valore”, il report di impatto socio-economico di McDonald’s Italia 2019/2020. Una ricerca ideata per misurare la capacità del sistema McDonald’s, tra ristoranti, licenziatari e fornitori, di creare e distribuire valore per il territorio in cui opera. Per quanto riguarda il packaging, il percorso di eliminazione della plastica monouso e della sua sostituzione con materiali più sostenibili sta già avendo ricadute notevoli: dal 2018 a oggi, infatti, sono 988 le tonnellate di plastica che McDonald’s ha fatto risparmiare al Paese. Questo processo vede ad ora coinvolte le posate, i pack del McFlurry e delle insalate, nonché i tappi dei bicchieri e le cannucce per le bibite: solo parlando di queste ultime, oggi in carta e distribuite solo su richiesta, l’azienda ha risparmiato 105 tonnellate di plasticain Italia. Il minor utilizzo di plastica ha portato a un maggiore impiego di carta e mater-BI per gli imballaggi dei prodotti. A oggi, il 100% del packaging in carta utilizzato in Italia è certificato, rinnovabile o riciclato; un dato significativo in vista dell’obiettivo globale che prevede, per il 2025, il riciclo di tutti gli imballaggi. Incrementando l’uso di carta riciclata, inoltre, tra il 2017 e il 2019, l’azienda ha risparmiato di più di 4.700 tonnellate di carta vergine. Uno sforzo, quello sul packaging che contribuisce anche all’abbattimento delle emissioni di CO2eq, grazie alla minore produzione di plastica (- 134% nel 2019 rispetto all’anno precedente), e all’utilizzo di carta riciclata (nel 2019 sono state evitate il 56% delle emissioni che sarebbero state necessarie per la produzione di pari volumi di carta vergine). L’obiettivo globale è di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra di ristoranti e uffici del 36% rispetto al 2015. Anche il più recente dei progetti McDonald’s si muove in questa direzione. In collaborazione con Enel X, l’azienda si impegna a installare, entro l’anno, una rete di 200 punti di ricarica per auto elettriche presso 100 ristoranti, nella convinzione che il cambiamento verso la mobilità elettrica debba essere affiancato dallo sviluppo di infrastrutture che ne agevolino la fruizione e la pratica. Un progetto ambizioso che porterà a un risparmio netto di oltre1.800 tonnellate annue di CO2 emesse, equivalenti alla CO2 assorbita da più di 100.000 alberi in un anno. La sostenibilità passa anche dall’edilizia; per questo, già nel 2014, McDonald’s Italia è stata la prima azienda di ristorazione italiana a impegnarsi in una collaborazione con l’Agenzia CasaClima, struttura pubblica e indipendente che si occupa di certificazione energetica nel settore edilizio, per realizzare ristoranti a basso impatto ambientale in termini di materiali, utilizzo di risorse, fonti energetiche. Grazie alla sua capillare presenza sul territorio, inoltre, McDonald’s si fa promotore di un’economia circolare proprio a partire dai suoi ristoranti. Il processo di trasformazione prevede la collocazione in tutti i ristoranti di contenitori per la raccolta differenziata, nel rispetto delle normative nazionali e dei diversi regolamenti comunali. In questo modo sarà possibile, con la collaborazione dei clienti, arrivare al 100% della differenziazione dei rifiuti anche in sala, pratica che in cucina, grazie al personale, avviene già. La trasformazione prevede un ruolo attivo e di partnership anche con le aziende multiutility locali: il progetto pilota partito a Ferrara in collaborazione con HERA ha avuto un grande successo, portando al riciclo del 92% dei rifiuti.
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