Dal punto di vista dell'impatto ambientale, l'
aviazione commerciale è considerata come l'esempio migliore delle cose da non fare. Tanto che, giusto per fare un esempio di quanto il trasporto aereo sia "popolare", nel periodo del lockdown pochissimi - tranne quelli direttamente coinvolti - hanno preso a cuore le sorti delle compagnie aeree e dei costruttori di velivoli. Molti, semmai, hanno apprezzato il
minore inquinamento che derivava dal blocco dei voli.
Non stupisce quindi che le aziende del settore aeronautico stiano lavorando per
migliorare la propria immagine. E anche per sviluppare davvero velivoli che
riducano il loro impatto negativo sull'ambiente. Airbus lo ha fatto in questi giorni presentando tre concept di velivoli che potrebbero essere a emissioni zero. Anche se probabilmente è meglio definirli come
complessivamente "carbon neutral" lungo il loro ciclo di vita.
L'elemento comune dei tre concept è l'
alimentazione a idrogeno. Considerato come combustibile che potrebbe, a medio termine, sostituire il cherosene. Una scelta non scontata, dato che l'idrogeno vive da anni una notorietà altalenante come combustibile green. Al picco di popolarità in campo automotive di un decennio fa circa è seguito un
periodo di stasi. Ma ora diverse case stanno lavorando allo sviluppo di veicoli mossi da motori a idrogeno.
Airbus ha spiegato che proprio le sperimentazioni in
altri settori del trasporto hanno fornito dati tali da giustificare quantomeno lo studio dell'impiego dell'idrogeno come combustibile in campo aeronautico. Ora l'azienda ritiene che l'idrogeno
abbia un "incredibile potenziale". Sintetizzato in qualche modo nei nuovi concept di velivoli Airbus
ZEROe. Che, inevitabilmente, mettono in secondo piano il lavoro che Airbus ha già fatto sui motori elettrici.
Gemelli diversi
A una prima occhiata, i velivoli Airbus ZEROe "classici" (due concept su tre) sembrano praticamente identici alle controparti tradizionali. Guardandoli più attentamente si notano però alcune
differenze importanti. Le ali sono più lunghe e flessibili, ma soprattutto lo spazio dedicato ai passeggeri è decisamente inferiore. Questo è dovuto al fatto che l'idrogeno conserva meno energia del cherosene a parità di volume (circa un quarto). Quindi in un aereo ZEROe si deve
dedicare maggiore spazio al carburante rispetto ad un velivolo tradizionale.
Airbus stima che l'autonomia di un aereo ad idrogeno sarà
comunque minore rispetto a quella di un velivolo classico di dimensioni paragonabili. Il concept turbofan che l'azienda ha presentato dovrebbe ad esempio avere un'autonomia di circa
3.700 chilometri e portare a bordo 120-200 passeggeri. L'attuale A320 a cherosene supera i 5.500 chilometri, con circa 150 persone abordo.
Anche il concept turboprop di Airbus mostra limitazioni analoghe. La sua autonomia stimata è di circa
1.800 chilometri con un centinaio di passeggeri. Un turboprop paragonabile supera i duemila, con un numero di passeggeri analogo. Si tratta comunque di limiti meno importanti di quello che possa sembrare, dato che l'aviazione commerciale sta man mano
abbandonando i mega-aerei che fanno tratte a lunghissimo raggio tra grandi hub continentali. Anche per considerazioni ambientali, la tendenza va verso aerei più piccoli che coprono tratte più corte.
Il terzo concept di Airbus è una "
ala volante", ossia riprende un modello che ha affascinato diversi progettisti lungo i decenni della storia dell'aviazione. Ma che ha trovato relativamente poche applicazioni in generale e
praticamente nessuna per l'aviazione commerciale. L'approccio "blended-wing body" sta però diffondendosi di nuovo, Airbus lo ha contemplato tra i suoi concept.
Airbus prevede che il primo velivolo ZEROe potrebbe prendere il volo entro il 2035. Per rispettare questo obiettivo il loro programma di sviluppo deve iniziare a breve,
non oltre il 2025. Restano quindi circa cinque anni per sviluppare e consolidare le tecnologie necessarie legate alla propulsione ad idrogeno. I primi prototipi ZEROe potrebbero debuttare alla
fine degli anni Venti.