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Energia, Confartigianato e Cna partecipano al ricorso a sostegno del ‘brand unbundling’

L’intervento delle due Confederazioni ha l’obiettivo di sostenere l’effettivo esercizio della concorrenza e dell’efficienza del mercato dell’energia elettrica e del gas a tutela delle imprese.

Redazione ImpresaGreen

Confartigianato e Cna si sono costituite in giudizio a sostegno della delibera dell’Autorità per l’energia in tema di brand unbundling che ha imposto la separazione delle politiche di comunicazione e di marchio ad operatori energetici verticalmente integrati.
Il brand unbundling consente di chiarire al consumatore la distinzione tra l’impresa che si occupa di vendita di energia e quella che opera nella distribuzione. Si evita così il rischio di creare confusione nei clienti e di generare vantaggio competitivo a favore della società di vendita.
La delibera dell’Autorità, impugnata da ENEL presso il TAR Lombardia, aggiunge l’obbligo di separazione del marchio e della comunicazione tra venditori e distributori di energia appartenenti allo stesso gruppo a quello già vigente di separazione societaria tra le imprese dello stesso gruppo che operano contemporaneamente nell’ambito della distribuzione e della vendita di energia.
A giudizio di Confartigianato e Cna, se l’operatore che distribuisce l’85% dell’energia elettrica in Italia ha lo stesso marchio del più grande gruppo per vendite complessive nel mercato finale, il cliente può ragionevolmente pensare che non ci siano distinzioni tra le due attività. Infatti i gruppi attivi sia nel mercato di maggior tutela sia nel mercato libero detengono il 49% del mercato bassa tensione altri usi ed il 78% del mercato domestico. Questo altera la concorrenza non solo nei mercati energetici ma anche nell’ambito delle attività post-contatore, in cui le imprese artigiane di installazione sono fortemente penalizzate nell’accesso ai servizi di efficienza energetica a causa della posizione dominante da parte degli operatori verticalmente integrati.

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Pubblicato il: 04/04/2016

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