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EU ProSun: bene l'UE a indagare i sussidi illegali del mercato solare cinese

EU ProSun:"Le società solari cinesi stanno subendo grandi perdite ma non sono in banca rotta perché finanziate dallo Stato".

Redazione ImpresaGreen

La Commissione Europea ha formalmente accettato il reclamo presentato da EU Pro Sun lo scorso 25 settembre contro il dumping cinese e ha lanciato un’ indagine.
Milan Nitzschke, Presidente di EU ProSun, ha dichiarato: "la Commissione Europea  ha deciso di esaminare i molti modi in cui gli organi di governo centrali e locali della Repubblica Popolare Cinese elargiscono sussidi illegali ai loro produttori di energia solare."
"La decisione di oggi ha seguito dell’indagine avviata dall’Unione Europea lo scorso 6 settembre sul rovinoso dumping delle imprese cinesi che vendono prodotti solari a un prezzo di gran lunga inferiore rispetto ai costi di produzione".
"E 'significativo che questa buona notizia per la sopravvivenza dell'industria solare europea arrivi da Bruxelles un giorno dopo che l'amministrazione Obama ha inviato un chiaro segnale: gli Stati Uniti non tollereranno più la concorrenza solare sleale proveniente dalla Cina. A seguito delle numerose prove emerse dalle indagini degli Stati Uniti sulla colpevolezza della Cina nel concedere massicce sovvenzioni illegali, siamo fiduciosi che anche l'Unione Europea imporrà rapidamente ingenti tasse", ha detto Nitzschke.
La US International Trade Commission (ITC) ha concluso all’unanimità è stata che le importazioni cinesi di celle solari in silicio cristallino e pannelli hanno danneggiato i produttori nazionali. Il voto [6-0] della ITC porterà all’attivazione delle imposte anti sovvenzioni e antidumping sulle importazioni cinesi che erano state varate nello scorso mese di ottobre dal Dipartimento del Commercio USA, e che prevedono un tasso combinato che potrà oscillare dal 24 per cento fino a superare il 250 per cento, a seconda della compagnia. La decisione è l’ultimo passo delle indagini sui più grandi casi commerciali, tra gli Stati Uniti contro la Cina, presentati nel mese di ottobre 2011. Massicci sussidi e interventi da parte dello Stato cinese hanno stimolato la sovraccapacità del consumo totale di più 20 volte portandolo non lontano dal raddoppio della domanda globale. Quindi, oltre il 90% della produzione cinese doveva essere esportato.
Inoltre, EU ProSun stima che le imprese cinesi stiano vendendo loro prodotti solari in Europa al 50% al di sotto del loro costo totale. Sovrapproduzione irrazionale e prezzi predatori di questa portata non possono generare profitti.
"Le banche statali cinesi hanno pompato denaro a buon mercato in quelle che dovrebbero essere imprese in fallimento, che hanno poi invaso il mercato europeo con prodotti solari oggetto da esportazione. La China Development Bank, solo una delle tante banche di stato, ha dato € 33 miliardi di linee di credito a basso costo a 12 imprese solari cinesi dal 2010. Città cinesi come Wuxi hanno appoggiato produttori locali di energia solare in perdita con miliardi di euro per sostenere le loro esportazioni in Europa. La nostra industria solare è tecnologicamente avanzata ed in grado di competere con qualsiasi società di libero mercato nel mondo, ma non con quelle della Repubblica Popolare Cinese. L'Unione Europea deve agire subito per fermare le sovvenzioni illegali cinesi; in modo da salvare posti di lavoro europei e ciò che resta della nostra industria manifatturiera. Vista la velocità con cui la Cina si sta impossessando del mercato solare europeo, abbiamo chiesto all’Unione Europea di accelerare le sue indagini in modo tale che le misure restrittive possano essere messe in atto il prima possibile", ha concluso Nitzschke.
Dello stesso avviso anche il Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), l’associazione che raccoglie oltre l’80% dei produttori italiani di celle e moduli fotovoltaici e che, attraverso una larga partecipazione dei suoi membri, sostiene le azioni di EUProSun.
Secondo Alessandro Cremonesi, presidente IFI, “l’apertura di questa nuova indagine ci conferma che le tesi che da anni stiamo sostenendo con vigore in tutti gli ambiti istituzionali erano basate su solide verità: il mercato italiano del fotovoltaico è dopato da prezzi sul mercato che non sono reali, ma sono praticabili solo da chi può disporre di enormi interventi di sostegno finanziario e sgravi fiscali. Chiediamo, pertanto, alla commissione di agire con urgenza e incisività per ristabilire nel minor tempo possibile la parità competitiva”.

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Pubblicato il: 09/11/2012