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Smart City, in cerca di un salto di qualità

In questo secondo articolo continuiamo la disamina su quello che è stato fatto e su quello che invece si poteva fare in tema di SmartCity. Le osservazioni di Capitani (Netconsulting) e le "ricette" di Accenture, Cisco, HP, Ibm e Vodafone.

Barbara Torresani

In questo secondo articolo continuiamo la disamina su quello che è stato fatto e su quello che invece si poteva fare in tema di SmartCity.
Sempre seguendo il filone del discorso di Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di NetConsulting, In generale, il 2012 è stato un anno molto importante per le politiche di Smart City; si è verificato senza ombra di dubbio un salto di qualità a partire da bandi Miur che hanno sensibilizzato sia il mondo dell’offerta che quello della domanda nei confronti della necessità di procedere in modo rapido all’attivazione di progetti di modernizzazione delle città. E’ aumentato il grado di sensibilità, e dall’altro canto, nella progressione di questi bandi si è avvertito una maturità crescente che ha portato all’inserimento all’interno del Decreto Legge Crescita 2.0 un capitolo dedicato alle città intelligenti, diverso rispetto al primo bando. che ha premiato progetti sperimentali . Oggi nei bandi sucgiancarlo-capitani-netconsulting.jpgcessivi e nell’Agenda Digitale vi è una visione diversa che prevede un percorso strutturato che porta alla formazione di comunità intelligenti e alla strutturazione di una piattaforma di sistemi, applicazioni e servizi condivisi con un sistema di monitoraggio e con la costruzione di un catalogo che faccia da bacino per un riuso possibile di applicazioni. Una concezione molto più organica che dovrebbe sostenere il percorso di digitalizzazione delle città italiane”.
Occorre inoltre considerare il salto di scala e di qualità che è indotto dall’Agenda Digitale. “L’Agenda Digitale non sarà indifferente rispetto al modo con cui fino a oggi sono stati interpretati i progetti attuali e futuri di Smart City, perché l’Agenda Digitale, se e quando verrà realizzata, induce un processo quasi coatto di accelerazione della digitalizzazione del paese, dei cittadini e delle imprese".
Si pensi soltanto al primo capitolo sull’identità digitale dei cittadini e delle imprese, al domicilio digitale, alla posta elettronica certificata per piccole imprese e professionisti, …Sarà un salto di qualità che avrà un riflesso interno alle comunità locali e urbane. Dovrà inoltre necessariamente esserci un processo anche questo imposto e coatto di relazione, coordinamento e sinergia tra digitalizzazione della Pac e e della Pal, ivi compresi i comuni
"Ci sarà una fortissima accelerazione non solo nella digitalizzazione delle città, ma di trasformazione delle città in Smart City...E, in virtù anche delle criticità finanziarie, si creerà la necessità dei piccoli comuni di aggregarsi".
Dal punto di vista tecnologico Capitani ha sottolineato che il paradigma del cloud computing potrebbe essere la soluzione tecnologica in grado di ridurre di molto sia la complessità della digitalizzazione sia la velocità con cui questi processi devovo essere realizzati: “E’ molto importante guardare all'Europa seguendo alcuni baricentri di focalizzazione: realizzare progetti integrati, realizzare partnership pubblico-privato, usare best pratices e cambiare l’approccio alle Smart City sviluppando un'agenda digitale per le città. E’ uno sforzo difficile non solo economico; occorre fare un salto culturale da parte di cittadini, imprese e soprattutto pubblici amministratori per garantire la via intelligente per le città italiane”.

[tit:Lavori in corso]
Il convegno ha consentito ad alcuni manager di importanti aziende dell’Ict di metter in luce l'attenzione del mondo tecnologico a tutto quanto si sposi con tecnologia innovativa, come è denso l'aspetto delle future città intelligenti.
Fabio Florio, Manager of Business Development, Responsabile Smart Cities e Expo 2015 di Cisco Italia, ha sottolineato l’importanza che deve giocare la PA in questo contesto: “La PA deve svolgere il ruolo di cabina di regia, elemento guida che gestisca e controlla la complessità della Smart City: serve un project managing accurato che coordini e si assuma le responsabilità di supervisionare e questo ruolo non può non essere rivestito dalle amministrazioni. Non basta progettare ed erogare fondi, bisogna anche considerare la funzione di gestione e controllo che il comune deve ricoprire. Occorre agire, e fare agire”.
Giuseppe Gorla, Managing Director Technology di Accenture, ha affermato che In italia esistono due o più velocità...diventa fondamentale capire la realtà nella quale si va a operare. E la visione della cabina di regia non deve essere rigido e cristallizzata. Il manager ha preso come esempio il lavoro che Accenture sta svolgendo per Expo 2015, “che ha in effetti un’organizzazione alle spalle che fa da cabina di regia e che ha assunto il ruolo di guida: non è questa l’unica possibilità da contemplare, non ci deve essere un punto di vista rigido e univoco al riguardo. I comuni hanno il dovere innanzitutto di riflettere su quali siano gli ambiti smart che vogliono fare loro: servizi ai cittadini, approvvigionamento energetico, controllo delle acque o pubblica istruzione: hanno bisogno di soluzioni diverse perché sono, in effetti, ambiti molto diversi: ogni singolo Comune deve dunque riflettere sulle sue priorità e cercare le giuste soluzioni su misura”.
Ferruccio Borsani, Direttore Divisione Business di Vodafone Italia, ha rilevato, invece, che occorre che la PA si dia un’accelerata per allineae il proprio approccio a quello delle aziende. “La cabina di regia deve aiutare a definire gli ambiti di priorità e occorre creare un ecosistema e allocazione concreta delle risorse della PA che possa dare adito ad applicazioni concrete e non sperimentali che parte dai grandi marchi.".
Cristina Farioli, Direttore Sviluppo e Innovazione Ibm Italia, ha affermato che “in primo luogo è fondamentale ‘stare’ nelle città e cercare di creare cultura nella città sul territorio, concertando l'innovazione che esiste. Fare città e fare innovazione significa integrarsi nelle attività che si svolgono”. E’ poi passata al ruolo giocato da Ibm in quest’ambito: “Come società Ibm ha avuto il coraggio di investire molto.in quest’ambito; sta già facendo da tempo, diffondendo dei bandi mirati. Per il 2012, a titolo esemplificativo, Siracusa ha vinto un servizio di consulenza specializzata Ibm”.
Infine Michele Cutillo, Vice President Enterprise Services del Gruppo Hewlett Packard, ha posto l’accento sul fatto che “le Smart City sono di tutti. Nella cabina di regia ci devono essere aziende tecnologiche che possono portare esperienze internazionali condivisibili; occorre però fare anche lo sforzo di cambiare i processi di business: in questo modo si possono trovare nuovi fondi. Le amministrazioni devono essere disponibili a cambiare approccio nei confronti dell’investimento tecnologico. Il nostro territorio ha centri di vera eccellenza, che dobbiamo rendere fruibili a livello interregionale”.


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Pubblicato il: 08/11/2012

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