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Fotovoltaico: accolto l'appello di EU ProSun contro il dumping cinese

EU ProSun si dichiara soddisfatto per l'apertura da parte della Commissione Europea di un'investigazione sulle pratiche sleali della concorrenza da parte di produttori cinesi di energia solare.

Redazione GreenCity

La Commissione Europea ha annunciato l'apertura di un'investigazione sulle pratiche commerciali sleali condotte dalla Cina, rispondendo positivamente all'appello presentato lo scorso 24 luglio da EU ProSun, la nuova coalizione che rappresenta la maggior parte dell'industria fotovoltaica europea nata per mantenere una base sostenibile e dinamica per la produzione di energia solare in Europa.
Appresa la notizia, Milan Nitzschke, Presidente di EU ProSun, ha dichiarato: "La Commissione Europea ha compiuto oggi un grande passo verso la salvaguardia del settore delle tecnologie sostenibili e di una base produttiva più ampia in Europa. Le compagnie cinesi stanno esportando prodotti solari sottocosto in Europa, con un margine di dumping compreso tra il 60% e l'80% che le porta a registrare perdite importanti pur senza finire in bancarotta perché finanziate dallo Stato. Queste pratiche sleali di concorrenza hanno condotto più di 20 importanti produttori europei di energia solare al fallimento nel corso del 2012. Se la Cina è in grado di portare alla scomparsa l'industria fotovoltaica europea dove la manodopera incide per circa il 10% dei costi di produzione, allora è ipotizzabile pensare che quasi tutti i settori manifatturieri europei siano a rischio".
Anche il Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), l'associazione che raccoglie oltre l'80% dei produttori italiani di celle e moduli fotovoltaici e che, attraverso una larga partecipazione dei suoi membri, sostiene le azioni di EU ProSun, dichiara la propria soddisfazione alla notizia dell'avvio formale dell'investigazione antidumping da parte della Commissione Europea.
Come afferma il Presidente Alessandro Cremonesi "abbiamo l'opportunità di conoscere la realtà dei fatti: nel 2011 il mercato delle installazioni fotovoltaiche in Italia ha primeggiato a livello globale con oltre 9 GW di potenza generata. Di questi solo 500 Mw sono stati originati dall'industria italiana che si è trovata paradossalmente a operare sotto il 50% della propria capacità produttiva, con aziende che si sono trovate nella condizione di dichiarare lo stato di insolvenza, fermare le attività e chiamare la cassa integrazione. Tutto questo per non essere riusciti a competere sul mercato rispetto ad un prezzo di dumping praticato dalle aziende cinesi. Se le responsabilità saranno appurate, come confidiamo, sarà necessario ricorrere a meccanismi che riportino in equilibrio il mercato".
McKinsey prevede che le installazioni fotovoltaiche (PV) annuali a livello globale possano aumentare 50 volte entro il 2020 rispetto ai livelli del 2005 conducendo a un intensificarsi della concorrenza tra i produttori di energia solare e la Cina risulta vincitrice grazie a sovvenzioni e pratiche di dumping. "L'energia solare rappresenta una componente importante all'interno del mix energetico da fonti rinnovabili in Europa, con brillanti potenzialità di sviluppo. La Commissione Europea deve fare sentire la propria voce nei confronti della concorrenza sleale da parte della Cina e delle minacce di rivincita per salvare la crescita delle industrie europee nel futuro, come la produzione di energia solare. La Cina sta inoltre schiacciando altri settori europei nell'ambito delle fonti rinnovabili, come quelli legati alla produzione di energia eolica, e istituendo un monopolio nell'ambito delle terre rare importante per le produzioni green e hi-tech", dichiara Nitzschke.  
Il gigante asiatico ha elaborato una strategia aggressiva all'interno dei suoi piani quinquennali per conquistare il mercato dell'energia solare a livello globale e, partendo virtualmente da una quota di mercato pari a zero nel 2004, ha raggiunto oggi l'80% solo in Europa. Il governo degli Stati Uniti ha di recente individuato pratiche di dumping da parte delle compagnie cinesi produttrici di energia solare, che stanno conquistando tutto il mercato europeo con le stesse pratiche commerciali sleali. Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ha stimato che le stesse aziende cinesi che esportavano i loro prodotti in Unione Europea avevano ricevuto più di 25 miliardi di euro in sovvenzioni, inclusi prestiti a basso interesse, terra gratis ed energia sovvenzionata.  
Grazie ai continui progressi tecnologici il costo della produzione di pannelli solari è sceso in maniera naturalmente sostanziale in questo periodo, seppur negli ultimi tre anni l'abbassamento dei prezzi è da ricondurre alle azioni di dumping da parte della produzione cinese altresì sovvenzionata. I costi di produzione e i prezzi finali dovrebbero essere condizionati esclusivamente dal continuo avanzamento e sviluppo tecnologico che, a fronte dell'imposizione di misure antidumping sulle pratiche commerciali scorrette da parte della Cina, permetterebbe alla domanda di impianti solari fotovoltaici e di installazioni a livello locale di non diminuire. Queste misure commerciali potranno solo servire a riequilibrare la concorrenza con la Cina e impedire il monopolio da parte del gigante asiatico nella produzione di energia solare che danneggerebbe i consumatori, la disponibilità di posti di lavoro e l'industria europea.  
Nitzschke ha concluso: "EU ProSun invita la Commissione Europea a imporre dazi antidumping per riportare il prima possibile a livelli di uguaglianza la concorrenza con la Cina. Se l'Unione Europea agisce rapidamente, abbiamo una probabilità di mantenere una base di produzione solare sostenibile in Europa a vantaggio dei posti di lavoro, della crescita, dell'innovazione e del pianeta".

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Pubblicato il: 06/09/2012

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