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Ecopneus: 160 mila tonnellate di PFU recuperati in Italia da settembre

10.500 tonnellate raccolte solo in Puglia: la provincia di Bari capofila con il 33%.

Redazione GreenCity

160.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (PFU) raccolte e recuperate dallo scorso settembre ad oggi, quasi la metà del totale generato a livello nazionale in un anno. Di queste, 10.500 tonnellate, il 6,5% del totale, sono state raccolte e avviate al corretto trattamento e recupero solo in Puglia.
Sono questi i dati rilasciati a margine della prima tappa di Impianti Aperti Ecopneus, che si è tenuta oggi a Corato, in provincia di Bari, presso la stabilimento della Corgom Retreading & Recycling.
A partire dal 7 settembre 2011, data in cui è diventato pienamente operativo il nuovo sistema di gestione dei PFU, ad oggi, Ecopneus, grazie alla partnership con gli impianti di trattamento e le società di raccolta e trasporto su tutto il territorio, ha potuto avviare a corretto trattamento oltre 160 milioni di kg di PFU, evitandone l'abbandono indiscriminato in discariche abusive o ai lati della strada e assicurandone il corretto recupero sia di energia che di materia per applicazioni di pubblica utilità (asfalti modificati, superfici sportive, pannelli isolanti, pavimentazioni antitrauma).  
Per avere un'idea basti pensare che se tutta la gomma contenuta nelle 160.000 tonnellate di PFU recuperate da Ecopneus venisse utilizzata per la produzione di asfalti modificati, sarebbe possibile pavimentare 8.000 km di strade.
Delle oltre dieci mila tonnellate di PFU raccolte in Puglia, oltre il 30% proviene dalla provincia di Bari (3.500 tonnellate), a cui seguono Lecce (1.800 tonnellate), Foggia (1.700 tonnellate), Taranto (1.600 tonnellate), Brindisi (1.000 tonnellate) e Barletta-Andria-Trani (900 tonnellate).  
La corretta gestione dei PFU, infatti, oltre ad essere auspicabile a livello economico, per il risparmio di risorse e materie prime che garantisce, è fondamentale per l'ambiente e per la sicurezza dei cittadini. I PFU, infatti, sono un rifiuto speciale non pericoloso. Non sono biodegradabili e possono rappresentare un serio problema se incendiati in ambiente libero.
Se prendono fuoco producono fumi e percolati di natura tossico-nociva che possono contaminare il terreno e le falde acquifere e avere un impatto dannoso sulla salute umana e sull'ambiente. Oltre a deturpare il paesaggio, quindi, se abbandonati nell'ambiente possono costituire una seria minaccia in caso di incendio.

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Pubblicato il: 04/05/2012

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