Stamattina tre attivisti di
Greenpeace si sono calati dal tetto dell'edificio della sede romana dell
'Enel e hanno aperto uno striscione di 70 metri quadri con la scritta "ENEL KILLER DEL CLIMA" mentre altri hanno transennato l'ingresso per marcare la "scena del crimine" e consegnare ai vertici di Enel un "avviso di garanzia" per reati contro il clima, l'ambiente e la nostra salute.
Greenpeace ha annunciato di aver preso la decisione di assaltare la sede dell'Enel sulla base dei dati dell'
Agenzia Europea per l'Ambiente (AEA). Secondo l'Agenzia la centrale a carbone di Enel Federico II a Brindisi è l'impianto industriale più inquinante in Italia per emissioni in atmosfera.
La centrale di Brindisi causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i
536 e i 707 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra.
In altre parole, secondo Greenpeace, "i guadagni di Enel sono equivalenti ai danni che produce su ambiente e salute. E che non paga".
In sintesi
Greenpeace chiede a Enel di:
- ritirare immediatamente i progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro;
- non aumentare la produzione a carbone nel Sulcis;
- eliminare progressivamente la produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.
Per sostenere questa campagna è stato anche aperto il sito
www.FacciamoLuceSuEnel.org.
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